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Le critiche su questa dieta provengono proprio dalla base della dieta che consiste nel pensare che togliendo i carboidrati al nostro organismo, questo si trova nelle condizioni di dover ricevere energia dai grassi accumulati e dalle proteine assunte. Ma, se è vero che l’assunzione di pochi carboidrati porta il nostro organismo a prendere energia anche dai grassi, si è evidenziato che un aumento di grassi e proteine rispetto ai carboidrati porta ad uno squilibrio metabolico, nonché ad un abbassamento di glucosio nel sangue. Ne risulta che questo tipo di dieta, come anche le altre, vanno seguite sotto il controllo medico ed effettuando i periodici controlli sulla salute. La dieta atkins può essere seguita da chiunque voglia perdere peso, ed in particolare alle persone che sono in sovrappeso. Ricordiamo che lo stesso ideatore , Robert Atkins, ne ha formulato lo schema per perdere i suoi tanti chili di troppo. Non è adatta assolutamente ai bambini in sovrappeso, che oltre ad avere bisogno di tutti i nutrienti per la crescita, non dovrebbero assolutamente sviluppare l’idea che non mangiando un determinato alimento si dimagrisce e mangiando solo proteine si perde tanto peso.
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La dieta atkins si suddivide in quattro fasi in cui sono dettati gli alimenti da poter consumare e quelli da evitare. Si inizia con un’induzione alla perdita di peso in cui si porta l’organismo a bruciare i grassi e poi si continua con la perdita di peso nelle fasi successive e infine si passa al mantenimento e all’integrazione di altri principi nutritivi che servono per riportare l’equilibrio nell’alimentazione post dieta. La prima fase si chiama fase di attacco o di approccio con la quale si va a diminuire l’assunzione di carboidrati per abituare l’organismo all’assunzione di proteine e grassi. Si possono consumare solo 20 grammi di carboidrati al giorno e quindi bisogna calcolare bene quanti carboidrati ci sono in un quantitativo di pasta , pane, riso e altri elementi che quotidianamente usiamo per introdurre carboidrati nel nostro organismo. Ovviamente uno schema può aiutare a calcolare i carboidrati e ad associare gli alimenti. Bisogna anche evitare le verdure e la frutta che contengono carboidrati come carote, peperoni, cavoletti di Bruxelles, zucca, banane, lamponi, fichi, uva e pesche. Possono essere assunti i carboidrati che derivano da pomodori, lattuga, broccoli, cavolfiore e altre verdure che non ne contengono molti, mentre si possono consumare senza limitazione la carne, le uova e i latticini che costituiscono una fonte di proteine allo stato puro. Si può iniziare la colazione con delle uova e della pancetta per esempio e continuare con uno spuntino di carne o con un budino senza zuccheri e per pranzo carne e/o latticini così come per la cena, sempre distribuendo i grammi di carboidrati tra le verdure che vengono associate alla carne.
Dopo la fase di approccio, nella quale è possibile arrivare a perdere anche 4 chilogrammi in una settimana, si passa alla seconda fase nella quale si perdono meno chili ma sempre fino a 5 – 6 chilogrammi in un mese. Molto dipende dal tipo di metabolismo e dalle attività svolte da chi segue la dieta. Si aggiunge un leggero apporto glicemico per evitare disastrose conseguenze per l’organismo in seguito ala brusca riduzione di glucosio nel sangue e si aumentano 5 grammi di carboidrati per ogni settimana. La durata precisa di questa fase non c’è perché bisogna seguire lo schema e aspettare di continuare a perdere peso fino ad arrivare a quasi 5 chilogrammi dal peso forma stabilito. Dopo la fase di perdita di peso si passa alla fase di mantenimento con la quale si aggiungono 10 grammi di carboidrati fino al mantenimento vero e proprio che inizia raggiunto il peso desiderato e con il quale si iniziano ad aggiungere man mano gli altri alimenti prima vietati.
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