Valori del sangue
Comprendere ed interpretare i valori del sangue è prerogativa del medico. I dati dei test ematici, infatti, non danno quasi mai indicazioni adeguate se presi singolarmente. Possono invece assumere un significato attendibile qualora vengano considerati in modo globale, oltre che correlati alle condizioni per le quali sono stati richiesti e dunque alle caratteristiche particolari del paziente, compresi sesso, sintomi, età anagrafica e trascorsi clinici.
Quindi, informarsi su come leggere i referti delle analisi non deve assolutamente condurre ad un pericoloso e quanto mai inutile fai da te, ma piuttosto far acquisire una conoscenza basilare che permetta al paziente di capire meglio le indicazioni del medico ed eventualmente di porgli i giusti quesiti.
Per quanto riguarda le tipologie di test, quando il medico vuole fare una sorta di check-up,
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prosegui ... , spesso prescrive degli accertamenti di routine, tra i quali figura quasi sempre il cosiddetto emocromo, diretto a consentire la valutazione dello stato di salute generale e l'eventuale individuazione di anemie o infezioni. La denominazione alternativa di questo esame, ossia emocromocitometrico, significa letteralmente misurazione del colore del sangue e della quantità delle sue cellule: ecco perché i
valori del sangue indagati saranno nello specifico il numero di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, ma anche la percentuale delle diverse tipologie di globuli bianchi, la concentrazione dell’emoglobina e da ultimo volume, forma e dimensione dei globuli rossi contenuti in un ettolitro di sangue.
Esami ematici più specifici risultano invece quelli rivolti ad indagare lo stato di salute del fegato.
Tra i
valori del sangue più rilevanti in questo senso ricordiamo innanzitutto quelli relativi alle transaminasi Alt e AST , alla fosfatasi alcalina (AlPh), alla Gamma-Gt e alla bilirubina indiretta, diretta e totale. La concentrazione di tutte queste sostanze, normalmente presenti a livelli bassi nel sangue, aumenta infatti in caso di problemi epatici. Tuttavia, solo per ricordare la complessità e la necessità della lettura comparata, si consideri che i livelli di ALT possono accrescersi a causa di iniezioni intramuscolari di farmaci o anche semplicemente a seguito di sforzi fisici, così come un'elevata concentrazione di bilirubina diretta può rappresentare un effetto collaterale dell'assunzione di antinfiammatori o della pillola anticoncezionale.
I valori del sangue risultano inoltre centrali anche per giudicare la funzionalità renale. A questo proposito, gli esami più utili sono la creatininemia, che traccia la concentrazione ematica di creatina e dunque di un prodotto di scarto filtrato dai reni ed eliminato attraverso le urine, e l'azotemia, che misura il livello di azoto non proteico, o urea, nel sangue. Riguardo quest’ultimo test, se generalmente i valori ematici sono abbastanza difficili da interpretare, è pur vero che l'eventuale aumento di azotemia deve costituire un forte campanello d'allarme, in quanto preciso indicatore di un'imperfetta depurazione del sangue da parte dei reni.
Anche il rapporto tra creatininemia e azotemia, di norma compreso tra 10:1 e 20:1, è degno di nota. Infatti, una sua alterazione può significare che siamo in presenza di disidratazione, scompenso cardiaco, emorragie gastrointestinali o ancora di una malattia del fegato.
Per quanto riguarda gli esami per il cuore ed il metabolismo, gli indicatori ematici coinvolti nella diagnosi di eventuali patologie in questo campo sono poi moltissimi.
Ad esempio, la glicemia a digiuno, specchio dei livelli di zuccheri nel sangue, indirizza la diagnosi di diabete, oltre a rilevare eventuali pericolosi squilibri ipo o iperglicemici. Se i secondi, protratti nel tempo, possono portare danni irreversibili a reni, occhi, nervi, cuore e vasi (è ciò che accade nell'iperglicemia cronica causata dal diabete), i primi possono condurre a malfunzionamenti del sistema nervoso.
Altri valori del sangue importantissimi sono poi quelli riguardanti i livelli di proteina C reattiva (CRP), che permettono di individuare un generale stato infiammatorio, da aggiungersi a quelli atti a determinare il profilo lipidico, ossia colesterolo e trigliceridi, la cui concentrazione consente di valutare il rischio cardiaco.
Da ultimo, impossibile non citare la sideremia o ferro sierico nel sangue, che insieme alla transferrina e alla ferritina, specchio dei depositi di ferro nei tessuti, sono in grado di determinare potenziali stati di anemia.