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Dopo i tre anni di separazione è possibile quindi richiedere il divorzio, ma questo si distingue in due tipologie: il divorzio giudiziale ed il divorzio congiunto. Vogliamo proprio approfondire quest'ultimo caso per comprendere al meglio quali sono le caratteristiche che lo riguardano. Se il divorzio giudiziale è una pratica molto più lunga e faticosa da ottenere, nel caso del divorzio congiunto non è così. Alla base infatti c'è il classico accordo tra i due coniugi che evita di allungare i tempi del processo. E' come sempre difficile riuscire a seguire una stessa linea guida quando c'è di mezzo il divorzio, il più delle volte i due coniugi tendono praticamente a farsi la guerra, ma questo non solo comporta uno spreco di tempo notevole, ma soprattutto un massiccio consumo di danaro. Il divorzio congiunto può esemplificare queste conseguenze piuttosto negative per i due coniugi, accelerando non solo i tempi, ma di conseguenza evitando di ritrovarsi con le tasche svuotate dagli avvocati e dalle diverse pratiche.
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Più nel dettaglio il divorzio congiunto può essere ammesso unicamente attraverso un comune accordo tra le due parti, ciò sta a significare che i coniugi intenti a divorziare abbiano già pattuito le divisioni patrimoniali e soprattutto deciso riguardo agli interessi ed ai diritti personali di ognuno. Se c'è anche la prole, chiaramente è necessario che in questo patto di non belligeranza, perché alla fine è di questo che si tratta, ci sia anche il comune accordo riguardo alla loro cura e tutela. Tutto ciò permetterà ai due coniugi di abbreviare i tempi del divorzio e di non trasformarlo nella sua parte giudiziale, molto più lunga e complessa. Come già accennato in prcedenza il divorzio congiunto può essere richiesto dai due coniugi dopo aver trascorso i tre anni di separazione legale obbligatoria dalla legge italiana. I tempi in questo caso si calcolano dal momento in cui i due coniugi si presentano di fronte al Presidente del Tribunale di competenza chiedendo tale separazione. Il divorzio congiunto però non è simile al divorzio breve, quest'ultimo in Italia non è stato ancora accettato del tutto, e vi sono sempre i tre anni di separazione da dover "scontare".
Un altro aspetto importante del divorzio congiunto, che differisce in questo dalla separazione, è che i due coniugi debbano spiegare con estrema chiarezza e precisione le condizioni in merito al patrimonio ed ai figli. L'accordo deve essere totale e soprattutto le motivazioni devono essere ben decise, sarà poi il Giudice a dare l'ultima parola soprattuto per quel che riguarda la tutela dei figli, capire insomma se le condizioni emesse dai due coniugi siano consone alla corretta educazione della prole. Come sempre sono i figli a dover essere maggiormente tutelati quando si parla di divorzio. Solitamente il divorzio congiunto è la chiara conseguenza della separazione consensuale, quando già all'inizio i due coniugi sono sicuri su come affrontare i temi caldi che riguardano patrimonio e figli. Prima però che il Tribunale dia il consenso al divorzio conginuto, come sempre il Giudice cerca di chiedere nuovamente ai due coniugi se ci sono dei ripensamenti. Quasi mai però, arrivati al momento del divorzio, c'è la voglia di ricongiungersi e lasciar perdere il tutto. Sicuramente la strada del divorzio congiunto è quella più semplice da percorrere, se si ha intenzione di far cessare tutte le promesse scambiatesi durante la funzione religiosa o civile del matrimonio, è bene poter puntare siu questo tipo di percorso, evitando molti grattacapi piuttosto negativi e stressanti. Si vivrà in questo modo anche con più armonia un momento di fallimento per la coppia, i figli avranno modo di avere comunque al loro fianco genitori sereni e non presi dalle continue liti che caratterizzano soltamente i vari divorzi.
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