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Il regime dietetico non si discosterà da quello consigliato ai diabetici di tipo II e, più in generale, da uno stile di vita corretto. È basilare controllare l’indice glicemico degli alimenti e il carico glicemico complessivo dei pasti: mangiamo spesso, ma in piccole quantità, evitando zuccheri semplici e cereali raffinati, specialmente se consumati da soli. Optiamo invece per pane e pasta integrali, abbinandoli sempre a fibre solubili e insolubili, proteine e piccole quantità di grassi (monoinsaturi e polinsaturi).
Se ci capitasse di “sforare” rimediamo incrementando l’attività sportiva: quella aerobica (per esempio una passeggiata a ritmo abbastanza sostenuto) ci aiuterà a consumare il surplus di zuccheri nel sangue e, in normali condizioni di salute, non comporta rischi. La depressione perinatale. Aspetti clinici e di ricerca sulla genitorialità a rischio Prezzo: in offerta su Amazon a: 21,25€ (Risparmi 3,75€) |
Un incremento della quantità di fibre è sempre positivo, ancor più in gravidanza. Il basso indice glicemico ci aiuterà a tenere sotto controllo il diabete, ma ridurrà anche la sensazione di fame e la stipsi, frequente nell’ultimo trimestre. Vanno bene i prodotti da forno fatti con farina integrale: controlliamo le etichette e consumiamo solo quelli che contengano almeno il 9% di fibra. Fondamentale è però aumentare la quantità di frutta e verdura, spesso trascurate per la paura di contaminazioni. Devono invece rimanere la base della nostra dieta: dopo averle lavate e disinfettate accuratamente (con prodotti appositi) consumiamole con tutta tranquillità, possibilmente con la buccia: preziosissima è per esempio quella delle mele e delle patate e l’albedo degli agrumi.
Anche le proteine ci possono aiutare ad abbassare il carico glicemico (la loro digestione è più lenta rispetto a quella dei glucidi) e sono indispensabili per la nostra salute e per lo sviluppo del bambino. Bisogna continuare ad assumerle in abbondanza scegliendo le fonti più complete sotto il profilo amminoacidico, ma anche magre e povere di sodio. Non facciamo mai mancare sulla nostra tavola pesce fresco, pollame, uova, legumi e, per chi li gradisce, i derivati della soia. Salumi, formaggi e carni più grasse non sono vietati, ma vanno consumati di rado e con oculatezza, in particolare se il nostro peso cresce più velocemente di quanto suggerito dalle tabelle mediche. I lipidi però non vanno trascurati: sono di aiuto nel rallentare l’assorbimento degli zuccheri. Inseriamoli, in piccole quantità, in tutti i pasti principali scegliendo tra quelli più salutari (olio EVO, frutta secca, pesce grasso).
Frazionare il più possibile i pasti nell’arco della giornata è basilare per ridurre l’impatto dell’insufficiente produzione di insulina. L’ideale è suddividere il fabbisogno calorico in 3 pasti principali e tre spuntini. Oltre a colazione, pranzo e cena avremo quindi tre occasioni in cui dovremo assumere degli spezzafame che ci eviteranno pericolose oscillazioni glicemiche nel sangue. Teniamo però sempre sotto controllo la quantità di zuccheri: 150-200 g è la dose giornaliera. La colazione deve essere, sotto questo aspetto, il pasto più “leggero”, per contrastare la produzione ormonale: limitiamoci a15-20 g, abbinati sempre a fibre e proteine. A metà mattina, pomeriggio e sera potremo assumerne altri 20-30, suddividendo poi i restanti tra pranzo e cena.
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