fame nervosa
La fame è una sensazione che viene controllata dall’ippotalamo, che invia all’organismo degli impulsi precisi, quando il livello di glicemia è eccessivamente basso. Questo meccanismo è assolutamente naturale. La fame nervosa, è scaturita invece da un malfunzionamento di questo delicato meccanismo: l’ippotalamo, invia all’organismo gli stessi impulsi inducendo il bisogno di procurarsi cibo, sia in caso di ipoglicemia, sia in caso di stress, o nervosismo. La problematica, affonda le sue radici nella mente dell’individuo, mediante la proiezione dello stesso disturbo sul cibo; la fame nervosa, è la conseguenza di fattori psicologici ben radicati: l’individuo, pur non avendo l’impulso della fame, è soggiogato da una forza superiore a questo stesso impulso, che lo induce ad ingurgitare del cibo, continuamente, o in determinati momenti, per sopperire ad un vuoto psicologico. Il mangiare, diventa un atto compulsivo, nevrotico, forte, irrefrenabile; l’individuo colto dalla fame nervosa, mangia non per reale senso di fame, ma per carenza d’affetto, per noia, per depressione, per tristezza, per solitudine. Il cibo, diventa dunque un sostituto di qualcosa che manca, una modalità di compensazione, una valida alternativa al vuoto, alla tristezza, al dolore, alla solitudine, alla noia. Il cervello, proietta sul cibo le aspettative risolutive rispetto al problema, dettate da una mancanza radicata che genera sofferenza. L’individuo, è dunque naturalmente portato a mangiare in maniera compulsiva tutte le volte che avverte questo stato di down, per appagare questo incolmabile senso di vuoto. La fame nervosa, è una patologia psicologica, un disturbo alimentare che può determinare altre patologie, come l’obesità, la bulimia, o altri disturbi fortemente radicati, legati al rapporto con il cibo. Questo disturbo si manifesta maggiormente nelle donne, di età compresa tra i diciotto ed i quarant’anni; la tendenza, è quella di mangiare di sera o di notte, per mancanza di sonno, presi da un raptus improvviso ed incontrollabile che spinge immediatamente al bisogno di cibo. Alla base di questa patologia, c’è dunque un bisogno affettivo molto forte, un’insoddisfazione radicata, che può fare eco ad una condizione psicologica recente, o anche trascorsa. L’individuo, tende inconsciamente ad riversare sul cibo le proprie frustrazioni, come quando da infante, la poppata costituiva il momento di appagamento che seguiva il pianto, sintomo di una qualche mancanza. Il neonato, utilizza la bocca, per mettersi in relazione con il mondo, cercando attraverso di essa di colmare la fame, il pianto, la mancanza materna. L’attaccamento al seno, rappresenta il riempimento del vuoto, la principale relazione col mondo, un attaccamento trasversale, che porta all’adempimento completo, alla conoscenza, al piacere.
Questa problematica, va trattata con estrema delicatezza e attenzione: se l’individuo deve distaccarsi dal seno materno e dal concetto ad esso legato, dalle frustrazioni che sottendono a questo attaccamento, per evitare di ritrovarsi nelle condizione di doversi nuovamente attaccare al cibo per colmare i propri vuoti. Chi soffre di fame nervosa, mangia solitamente di notte, di nascosto, in modo frenetico e compulsivo, non facendo alcuna distinzione tra cibi dolci e salati. Di solito, dopo aver mangiato, l’individuo avverte un senso di appagamento e di rilassamento, seguito poi da un forte senso di colpa. L’istinto di mangiare non è controllabile, perché la fame, c’è, e va colmata come un naturale bisogno, la problematica è la causa ad essa sottesa. Per eliminare la fame nervosa, è necessario eliminare la causa che la determina: è importante scavare a fondo nella propria anima, capire cosa provoca rabbia, tristezza, frustrazione, senso di assenza. Il primo passo dunque, è quello di porsi degli interrogativi, ed eventualmente, cercare di consultare un terapeuta che aiuti l’individuo a fare un percorso che lo porti a colmare i vuoti che gli provocano attacchi d’ansia e nervosismo. Altro valido aiuto per combattere la fame nervosa, è praticare uno sport introspettivo rilassante, come lo yoga, il pilates, lo stretching, training autogeno. Queste discipline strettamente orientali, aiutano a rilassare lo spirito, a migliorare la forma fisica e a trovare la serenità mentale e fisica. Chi soffre di fame nervosa, può ricorrere all’uso di erbe calmanti come la camomilla, il tiglio, la melissa: suddette erbe aiutano a raggiungere uno stato di rilassamento, e inducendo al sonno, placano il senso di fame nervosa. Un’altra soluzione notevole, è l’assunzione di integratori alimentari che garantiscano un senso di sazietà, calmando, di contro il senso di fame. Questo disturbo legato al cibo, va combattuto e curato per tempo, perché in caso contrario, potrebbe indurre problematiche serie, come l’anoressia, la bulimia, l’obesità, patologie che determinano una serie di scompensi notevoli all’organismo, che possono risultare pericolosi per la salute. Mangiare sano e praticare esercizio fisico, aiuta a stare bene e tenersi in forma.
COMMENTI SULL' ARTICOLO