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L'eritropoietina è molto conosciuta per via del suo uso in ambito sportivo come sostanza "dopante". Dopo uno sforzo prolungato i muscoli necessitano di ossigeno per bruciare gli zuccheri e, di conseguenza produrre energia. I globuli rossi trasportando ossigeno ai tessuti ottimizzano le prestazioni fisiche negli sport che richiedono resistenza quali il ciclismo e lo sci di fondo. L’uso dell’eritropoietina in questo campo si è rivelato molto pericoloso: l’aumento dei globuli rossi abbassa infatti la fluidità del sangue incrementando la componente corpuscolare (ematocrito) con un aumento della pressione arteriosa (ipertensione) e la potenziale formazione di trombi. Una normativa di legge ne vieta espressamente l'uso in ambito sportivo anche se casi eclatanti (Pantani, Schwazer) dimostrano come la legge venga spesso elusa a favore di interessi economici.
I possibili effetti collaterali dovuti a trattamento con l’eritropoietina sono: - rischio elevato di sviluppare fenomeni trombo- embolici, a prescindere dal valore di ematocrito raggiunto, per eventuale inibizione dei fattori della coagulazione o per incremento dell’ematocrito per emoconcentrazione (innalzamento della concentrazione del sangue per accrescimento numerico, sia assoluto che relativo, dei globuli rossi); - aumento delle resistenze vascolari a livello cerebrale con invecchiamento precoce di queste strutture; - ipertensione arteriosa con sclerosi vascolare (nei diversi organi come fegato, polmoni e reni), elevato rischio di infarto cardiaco ed encefalopatia ipertensiva (conseguenza acuta dell'ipertensione grave che si manifesta con cefalea, obnubilamento del sensorio, confusione o stato di intorpidimento); - leucoencefalopatia (malattia del cervello rappresentata dalla compromissione della sostanza bianca); - convulsioni (raramente).
Nel 1905 il Professor Paul Carnot e la sua assistente Clotilde Deflandre ipotizzarono che un fattore umorale, che chiamarono emopoietina, aveva la funzione di regolare la produzione di globuli rossi. L’ematologo John Adamson e il nefrologo Joseph W. Eschbach analizzarono le varie forme di insufficienza renale e il ruolo dell’ormone naturale EPO nella creazione dei globuli rossi. Nel 1968 Goldwasser e Kung cominciarono a purificare l’EPO, tramite tale processo si poté identificare e isolare il gene. Un ricercatore della Columbia University scoprì poi come sintetizzare l’EPO. Nel 1985 Lin e Jacobs isolarono il gene dell’eritropoietina e riuscirono a caratterizzarla per la ricerca e per la produzione. Iniziò successivamente la produzione industriale di EPO ricombinante umana per il trattamento dell’anemia.
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