La spirometria è in grado di valutare diversi parametri che rientrano o meno nella normalità su base statistica. I parametri comunemente misurati sono: la Capacità Vitale Forzata (FVC), ossia il massimo volume d'aria espirato, mediamente 4800 ml per gli uomini e 3200 ml per le donne; il Volume Espiratorio Massimo in un Secondo (VEMS o FEV1) è il volume massimo espirato in un secondo. Il rapporto FEV1/FVC, detto anche Indice di Tiffeneau, non dovrebbe essere inferiore al 75%-80%. Altri parametri ricorrenti nei referti spirometrici sono: il Volume Corrente (VC), ossia la quantità d'aria inalata ed esalata in un atto respiratorio, i cui valori medi sono 600 ml per gli uomini e 500 ml per le donne, il Volume Residuo (VR), ossia l'aria residua nei polmoni alla fine dell'atto espiratorio e la Capacità Polmonare Totale (CPT), ossia la massima quantità d'aria presente nei polmoni, data dalla somma dei due precedenti valori, in media 6000 ml per gli uomini e 4800 ml per le donne.
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La Capacità Vitale Forzata (FVC) e il Volume Corrente (VC) servono a valutare l'integrità dell'apparato respiratorio, in particolare delle strutture polmonari, anche valutando l'efficienza nella capacità di inalare e esalare un volume sufficiente d'aria. Il Volume Espiratorio Massimale in un Secondo (VEMS), invece, dà indizi sulla presenza o meno di patologie ostruttive o di lesioni che intaccano l'elasticità e la funzionalità meccanica di tutte le vie aeree. Se l'indice di Tiffeneau, infatti, scende sotto il 75% del valore atteso è probabilmente presente una sindrome ostruttiva, di solito a carico dei bronchi. Una riduzione della Capacità Polmonare Totale (CPT), invece, indica una disfunzione di tipo restrittivo, di solito causata da patologie a carico di muscoli o strutture ossee coinvolti nella respirazione, o anche da pneumotorace. Il valore della spirometria per quanto riguarda il CPT non dovrebbe mai scendere sotto l'80% del volume predetto su base statistica.
Per svolgere un'efficiente attività sportiva in tutta sicurezza è necessario valutare in maniera corretta la spirometria e i suoi valori. Durante l'attività sportiva, infatti, l'organismo ha bisogno di innalzare la richiesta energetica, provocando, dunque, un maggior apporto di sangue ai tessuti affinché aumenti la disponibilità di ossigeno a livello muscolare. Per far fronte a tale esigenza metabolica, l'organismo si adatta aumentando la gittata cardiaca, la frequenza respiratoria e la profondità del respiro. Aumentando le prestazioni respiratorie, dunque, potrebbero rivelarsi patologie rimaste nascoste: per questo è importante diagnosticare preliminarmente eventuali patologie respiratorie. L'asma bronchiale, per esempio, è una delle patologie croniche potenzialmente incompatibili con l'attività sportiva: si tratta di una malattia infiammatoria che causa l'ostruzione dei bronchi e che può anche richiedere un trattamento farmacologico.
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