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Le separazioni giudiziali sono sicuramente più frequenti, questo perché è davvero difficile che due coniugi al termine del loro matrimonio abbiano un rapporto sereno ed idilliaco. Per puntare sulla consensualità infatti è indispensabile che entrambi siano d’accordo su tutto ciò che riguarda proprio tale separazione. Vista la difficoltà con cui due coniugi che puntano al divorzio riescono a restare in buoi rapporti, inevitabilmente sono le separazioni giudiziali ad avere la meglio. In quest’ultimo caso può essere anche solo un membro della coppia a decidere di chiedere la separazione, avvalendosi di un proprio legale. In passato la legge italiana prevedeva che le separazioni giudiziali venissero accolte motivandole con cause come adulterio, minacce, violenza, sevizie, ingiurie, volontario abbandono, condanna a pene per reati gravi. Ora invece è possibile affidarsi alla separazione anche per motivazioni meno gravi come ad esempio l’intollerabilità del rapporto di coppia, quando anche un solo coniuge non ha più intenzione di convivere con l’altro.
Le separazioni giudiziali quindi non evidenziano un accordo dei coniuge, sarà il giudice a studiare al meglio il caso per capire come strutturare la spartizione del patrimonio, l’affidamento dei figli e tutto ciò che riguarda l’aspetto economico, inglobando anche l’assegno familiare. Per richiedere tale separazione è necessario rivolgersi al tribunale di competenza della propria città, sarà poi l’avvocato ad occuparsi delle questioni burocratiche. Attraverso le separazioni giudiziali i tempi però saranno molto più lunghi, proprio perché saranno istituite varie udienze per riuscire alla fine a trovare un accordo comune tra le parti ed anche il dispendio economico sarà maggiore. Indubbiamente la strada della separazione consensuale è molto più semplice e veloce, ma quando due coniugi si lasciano in malo modo l’unica soluzione possibile risulta essere proprio quella giudiziale.
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