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L'epicondilite, è un dolore localizzato nell'epicondilo (gomito), che rende impossibili azioni quotidiane come versare l'acqua in un bicchiere. In gergo viene chiamato "gomito del tennista" perché è un'infiammazione che colpisce chi pratica questo sport. Il sovraccarico di lavoro dell'epicondilo, genera un dolore al braccio che si può ripercuotere in alcuni casi, in una cervicalgia. Per capire se si è affetti da epicondilite, basta eseguire la palpazione dell'epicondilo e percorrere con il tatto il medesimo tendine, sino all'articolazione radiale. Se si incontrano dei cordoni mialgici, viene confermata la diagnosi. L'epicondilite è una patologia ostica da curare. Vanno somministrati antiinfiammatori non steroidei (FANS) che però non sono sufficienti. Per avere una cura sicura, si deve allontanare la causa di epicondilite, in tal caso la racchetta da tennis o un lavoro manuale persistente.
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Sebbene il braccio destro non sia coinvolto direttamente nell'artrosi cerebrale, la brachialgia è una conseguenza che si verifica facilmente a seguito di essa. Si accusa un forte dolore al braccio destro che spesso non è localizzato nella parte alta o bassa. Comincia con qualche dolenzia generalizzata ed è più marcato quando si fanno movimenti particolari come: estendere il braccio verso l'esterno o alzarlo sopra alla testa. La brachialgia, è dovuta allo schiacciamento o all'irritazione di un nervo spinale del collo. Il dolore cervicale si origina per un artrosi del collo, si irradia al braccio destro e provoca indebolimento e perdita di forza muscolare del braccio. E' pericolosa perché viene curata con dei blandi antidolorifici senza sondare la causa primaria. Il dolore poi aumenta, provocando formicolii e percezione di scosse elettriche a mano e braccio che possono far perdere il controllo della presa di mano.
Le donne che sono state operate di mastectomia, oltre all'intervento di asportazione della mammella, subiscono anche lo svuotamento linfonodale sottoascellare. Questo tipo di intervento è uno dei più dolorosi nel post operatorio, e la donna deve prestare molta attenzione ai movimenti che esegue con il braccio. Il braccio destro nel caso di mastectomia destra sarà un arto dove il dolore potrà rimanere sino a tre anni successivi l'intervento. Le pazienti descrivono il dolore come una frustata che scende dal cavo ascellare sino al palmo della mano; a volte questo dolore è talmente forte che anche un minimo spostamento del braccio provoca scosse lancinanti. La sensazione percepita è dovuta all'indurimento dei vasi linfatici che essendo stati "infastiditi" si irritano. Il maggior benessere non è rilasciato da antidolorifici, bensì da antibiotici e ghiaccio.
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