Esistono numerosissime diete in giro per il mondo, alcune diventate davvero famosissime, anche se presentano come sempre dei pro e dei contro. Tra queste ritroviamo la dieta Scarsdale, un nome che sicuramente risulterà familiare a chi da tempo è imprigionato nella costante voglia di perdere peso, facendo il più delle volte di testa propria. Come sempre prima di iniziare qualsiasi tipo di dieta deve esserci il consulto con un esperto, la dieta Scarsdale, come qualsiasi altro programma di dimagrimento, può funzionare per una persona mentre per un'altra essere assolutamente dannosa. Ciò chiaramente è il risultato della diversità che ritroviamo tra i vari organismi umani, ognuno reagisce e funziona in modo diverso rispetto all'altro, non è un caso che l'unica soluzione necessaria e reale per poter perdere peso sia quella di affidarsi ad una dieta personalizzata. La dieta Scarsdale è stata inventata nel 1978 dal cardiologo Dott. Herman Tarnower e del suo collega Samm Sinclair Baker. Il successo della dieta Scarsdale è stato imminente, in pochi giorni si garantisce una perdita di peso notevole, anche se il programma alimentare è alquanto restrittivo dal punto di vista calorico.
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Ancora oggi la dieta Scarsdale ritrova notevoli seguaci, questo perché è adatta principalmente a coloro che vogliono vedere subito dei risultati, è infatti una tipo di dieta che va seguita per 14 giorni e consente la perdita di circa mezzo chilo ogni giorno. Questo però fa ben comprendere come non sia poi una dieta del tutto salutare, è sempre stato detto come la perdita di peso così rempetina non garantisca salute all'organismo. Vediamo nel dettaglio come deve essere strutturata la dieta Scarsdale e quali sono i pericoli maggiori che possono derivare da questo tipo di alimentazione. Innanzitutto la dieta Scarsdale fa riferimento principalmente ad un maggior fabbisogno quotidiano di proteine, la percentuale invece dei carboidrati è piuttosto ridotta come anche quella dei grassi. Si punta su circa il 43% di proteine, 34% di carboidrati e 22% di grassi. E' quindi la classica dieta low carb tanto seguita dai vari fanatici del dimagrimento, ma sappiamo anche come i carboidrati siano una fonte necessaria di energia per l'organismo umano. La ripartizione dei nutrienti non è quindi corretta, ma è proprio questa diminuzione notevole dei carboidrati, con conseguente accumulo di proteine, che rende la dieta Scarsdale efficace.
Per quindi 14 giorni bisogna seguire alla lettera tutto ciò che tale dieta prevede, dopo le due settimane bisogna affidarsi invece alla classica dieta di mantenimento, dov' è consentito mangiare un po' di più. Tale regime alimentare è abbastanza restrittivo con 1000 calorie al giorno e l'assoluto divieto di fare degli spuntini se non affidarsi al massimo a della verdura cruda. Vediamo nel dettaglio quali sono i cibi permessi e quelli assolutamente vietati della dieta Scarsdale. Quelli che non bisogna assolutamente mangiare sono tutti i tipi di farinacei, le materie grasse di condimento come olio, burro, panna e così via, la maggior parte dei latticini, succhi di frutta, dolci, salumi, alcol e cioccolato. Gli alimenti invece consentiti in questa dieta Scarsdale sono: carne e pesce magri, sedano, carote, pomodori, cetrioli, funghi, lattuga, cavolini di Bruxelles, peperoni, cavolfiori, spinaci, broccoli, le spezie e le varie erbe aromatiche (utilizzate come condimento), edulcoranti in sostituzione dello zucchero, spazio anche alla frutta di stagione. Una giornata tipo della dieta Scarsdale prevede a colazione mezzo pompelmo o altro frutto di stagione 1 fetta di pane integrale, senza accompagnamento, con caffè o tè senza zucchero. Le uniche bevande concesse sono infatti il tè e il caffè. Pranzo con pollo, insalata a volontà (condita con aceto o limone) caffè o tè senza zucchero, 1 frutto quattro volte alla settimana. Cena con pesce magro, verdura non calorica a volontà, caffè o tè senza zucchero. La dieta Scarsdale non va protratta oltre i 14 giorni, vi sono però effetti negativi come l'impossibilità di praticare attività fisica, non c'è insomma la giusta energia per affrontare lo sforzo e inoltre l'eccessivo consumo di proteine può affaticare notevolmente fegato e reni.
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