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Il miocardio è formato da cellule muscolari intimamente interconnesse (tramite le gap junctions) sia dal punto di vista elettrico che meccanico per permettere lo spostamento della tensione della contrazione dall'una all'altra. La cellula cardiaca (miocita) è costituita per il 30% da mitocondri, organuli deputati alla produzione di energia. Questa caratteristica conferisce al cuore una capacità di utilizzare l'ossigeno portato dal sangue in modo maggiore in confronto agli altri tessuti (più del doppio). I vasi che irrorano il miocardio (arterie coronarie) già a riposo traggono fino all'80% dell'ossigeno nel sangue. Il cuore è quasi 4 volte più capillarizzato rispetto ai muscoli scheletrici. In caso di sforzo fisico elevato il flusso sanguigno al tessuto cardiaco può aumentare fino a 5 volte oltre il normale.
Il miocardio trae l'energia necessaria per la contrazione principalmente dagli acidi grassi, con un meccanismo quindi aerobico per il quale l'ossigeno è indispensabile. Oltre ai grassi il cuore è in grado di utilizzare come substrati energetici anche il glucosio, l'acido lattico e i corpi chetonici. Contrariamente ai muscoli scheletrici, il tessuto muscolare cardiaco ha una ridotta capacità di impiegare i meccanismi anaerobici per la produzione di energia. Le cellule del cuore devono costantemente essere rifornite di ossigeno e se ne restano prive anche solo per pochi minuti vanno incontro a necrosi, cioè muoiono. Questo grave danno si verifica nell'infarto, quando una coronaria viene ostruita da un coagulo e non può più portare sangue e ossigeno in una determinata zona del miocardio, la quale non è in grado di rigenerarsi.
La frequenza cardiaca può subire delle alterazioni sia fisiologiche che patologiche. L'attività fisica intensa comporta un aumento del ritmo del battito mentre lo stare totalmente a riposo porta a un rallentamento. Anche le emozioni come paura e ansia fanno accelerare il battito cardiaco. Accade però che il cuore vada incontro a variazioni della frequenza non dovute a lavoro fisico né a emozioni. In questi casi si tratta di aritmia, una condizione anormale e pericolosa, in cui la frequenza può essere più alta (come la tachicardia, la fibrillazione e il flutter), più bassa (bradicardia), o irregolare (come le extrasistole). Pur contraendosi da sé il miocardio è influenzato dal sistema nervoso ortosimpatico e dall'adrenalina che aumentano i battiti mentre il nervo vago li riduce, in base alle esigenze fisiche e psicologiche dell'organismo.
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