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Le transaminasi alte non sono rare, ma non vanno assolutamente trascurate. Possono rivelare diverse problematiche e vari livelli di gravità. Le cause scatenanti sono eterogenee, spesso indice di un danno al fegato, di malattie cardiache, di problemi alla tiroide o di diabete. In genere, le transaminasi alte si attribuiscono ad un'infiammazione del tessuto epatico o ad un sovraccarico del metabolismo del fegato. La mononucleosi può aumentare la concentrazione degli enzimi nel sangue, così come un'epatite virale o gli effetti collaterali di alcuni farmaci. Qualche paziente può essere particolarmente predisposto all'innalzamento dei valori delle transaminasi perché in sovrappeso o perché un consumatore assiduo di bevande alcoliche. L'ereditarietà e la familiarità con le malattie epatiche possono influire parecchio sull'esito degli esami al sangue.
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I valori delle transaminasi devono rientrare in determinati termini minimi prestabiliti. La loro variazione mette in allarme paziente e medico. In genere, le transaminasi alte sono asintomatiche, non si manifestano cioè con particolari sintomatologie, almeno fino a quando non se ne registra una particolare gravità. Alcuni pazienti, però, avvertono un'anomala sensazione diffusa di stanchezza, un certo affaticamento durante la giornata, spossatezza e colorito innaturale giallastro. Altri soggetti accusano sintomi lievi comuni ad altre patologie e, per questo motivo, difficili da riconoscere. In genere, si tratta di inappetenza, senso di nausea, vomito, dolori addominali e gonfiore, urine di colore scuro e feci di colore chiaro, nonché prurito cutaneo. In tal senso, è impossibile ricorrere ad un'auto-diagnosi. Pertanto, va consultato un medico di fiducia per accertamenti più accurati.
Per limitare i danni da transaminasi alte, potrebbe essere utile ridimensionare lo stile di vita. Per un certo lasso di tempo, vanno assolutamente evitati i cibi ricchi di grassi come fritture, panna, maionese, salse, dolci elaborati, burro e conserve. Vanno altresì bandite le bevande gassate e gli alcolici. Bisogna limitare il consumo di formaggi stagionati e uova, di carne di maiale e prosciutto cotto. Sono invece ammessi il riso, lo yogurt preferibilmente magro, la pasta, il pesce, il pane integrale, il latte parzialmente scremato, la frutta e la verdura fresca di stagione e le patate lesse. L'idratazione è molto importante: a tale scopo sono da preferire l'acqua naturale e le spremute di agrumi. Per una guarigione completa, valutare insieme al medico le terapie più adatte, partendo dalla radice del problema.
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