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L'epatite contagio avviene soprattutto attraverso l'utilizzo di aghi e siringhe infette che vengono riutilizzate per iniettare droghe e farmaci in endovena oppure per via intramuscolare. La diffusione di siringhe monouso è stata fondamentale per ridurre il rischio di infezione nell'ambito sanitario-ospedaliero, tuttavia questa forma di contagio è ancora presente nei Paesi in via di sviluppo. Il contagio dell'epatite riguarda in particolare i tossicodipendenti che assumono per via endovenosa le droghe: il tasso va dal 50 al 95% a seconda del Paese, anche se negli Stati Uniti e in Europa il maggior fattore di rischio per contrarre il tipo C di infezione è la tossicodipendenza. Il sintomo più evidente di questa malattia è l’ittero. In molti casi è preceduto da un malessere che può essere collegato all'influenza ed è accompagnato da vomito, nausea, indolenzimento della parte superiore dell'addome, perdita dell'appetito e dolori muscolari. Nei casi gravi, rari, si può avere insufficienza epatica.
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I metodi di diffusione del contagio dell'epatite nei Paesi in via di sviluppo sono ancora rilevanti, mentre in quelli occidentali hanno tassi di incidenza vicini allo zero. In questi ultimi le trasfusioni di plasma e di sangue non sono più considerati un fattore di rischio dal 1990, quando è stato reso obbligatorio lo screening. I test effettuati sono molto scrupolosi e quindi è molto difficile contrarre l'epatite C per trasfusione. Invece nei Paesi in via di sviluppo si tratta del principale metodo di contagio. In certi casi, se non vengono utilizzati strumenti sterilizzati quando ci si sottopone all'agopuntura oppure ci si fa un tatuaggio, gli aghi diventano un veicolo di infezione. Il medico può sospettare la presenza di una forma di epatite acuta basandosi semplicemente sulla rilevazione dei sintomi, soprattutto se il paziente viene considerato a rischio. L'ecografia del fegato può contribuire a escludere come causa dell'ittero un’ostruzione delle vie biliari, mentre si possono eseguire prove di funzionalità epatica per confermare la diagnosi.
Il contagio dell'epatite attraverso la saliva e i rapporti sessuali è molto meno frequente rispetto alle altre modalità di contagio: il tasso di incidenza è inferiore al 5%. Il rischio viene aumentato dalla presenza di situazioni, come un'acuta malattia epatica, l'indebolimento delle difese immunitarie, un’attività sessuale promiscua e il fatto di essere affetti da HIV. Inoltre se sono presenti lesioni genitali, magari legate all’herpes genitale, il tasso di incidenza della trasmissione dell'epatite aumenta. Non esiste una cura specifica per l'epatite, tuttavia, in tutti i casi, si raccomandano il riposo e un’alimentazione adatta; si guarisce in genere in alcune settimane. Astenersi dall'alcool dopo essere guariti favorisce la rigenerazione del fegato. Nei casi più gravi, cioè quando è presente un'insufficienza epatica, bisogna mettere in pratica una terapia intensiva.
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