Sebbene possa trattarsi di una precisazione alquanto scontata, nel caso delle flebiti è necessario non abbassare mai la guardia e non sottovalutare i segnali che il corpo invia. Non di rado, l'infiammazione di una vena profonda può generare dei coaguli di sangue. Il manifestarsi di un trombo all'interno di una vena, infatti, può portare a conseguenze ben più gravi: il trombo, spostandosi, può arrivare ai vasi sanguigni e provocare un embolo oppure causare un'embolia polmonare laddove dovesse raggiungere i polmoni. Le flebiti possono dipendere da diverse cause, non eminentemente patologiche. Un'inattività protrattasi a lungo, come nel caso di lunghe ore in aereo o seduti nella stessa posizione mentre si guida per diverso tempo oppure una convalescenza a letto piuttosto lunga, non di rado possono generare l'insorgere di una flebite. Quanto alle cause specificamente mediche troviamo traumi, obesità, neoplasie, gravidanze, "malattie autoimmuni" e "terapie con estroprogestinici".
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Riconoscere una flebite per tempo, secondo i medici, si può. Una flebite superficiale, infatti, si può riconoscere dall'inspessimento di una vena, che diventa quasi un cordoncino, dall'intensa sensazione di calore lungo la vena e dall'arrossamento che interessa la parte. Ma, ovviamente, i sintomi dipendono dal tipo di flebite che interessa il nostro corpo. Le vene, decisamente ingrossate, iniziano a essere visibili a occhio nudo e, toccandole, si presentano molto più dure e spesse. Se la vena colpita, invece, si trova più in profondità, tra i primi segnali di riconoscimento della flebite si annovera un dolore forte e intenso che aumenta se si sta in piedi per lungo tempo o si cammina, anche con un ritmo blando. In alcuni casi, poi, è possibile un aumento della temperatura e il verificarsi di tremori, anche piuttosto prolungati, alle braccia e alle gambe. Spesso, precisazione non da poco, le trombosi venose profonde non si manifestano con sintomi evidenti, diventando molto più difficili da diagnosticare senza l'ausilio di apparecchiature mediche ad hoc quali ecodoppler e risonanza magnetica. Indispensabili anche le analisi del sangue per verificare la presenza di anticoagulanti.
A differenza di una trombosi profonda, nel caso di flebiti superficiali si può scongiurare il rischio di un manifestarsi di trombi o emboli. Pertanto, le flebiti superficiali possono ben essere curate all'esterno, con terapie mirate non solo di tipo medico, ma anche a base di rimedi naturali. In caso d’infiammazione di una vena, infatti, si può trattare la zona interessata con un massaggio locale a base di "oleolito di calendula", dai forti poteri antinfiammatori e decongestionanti. Altro rimedio naturale è l'impiego di "natrum muriaticum", un sale marino che contiene minerali, calcio e alluminio, utile per combattere i problemi legati alla circolazione del sangue soprattutto d'estate. Per trattare le flebiti superficiali, inoltre, i medici consigliano di praticare degli impacchi caldi sulle zone colpite, di assumere antinfiammatori e analgesici, di indossare calze elastiche, procedere a un bendaggio con ossido di zinco e, nei casi più gravi, procedere all'ablazione della vena.
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