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Derivanti da una pluralità di fattori differenti, riconoscere le vasculiti non è sempre semplice. I sintomi sono diversi e variano ulteriormente da soggetto a soggetto ma, tradizionalmente, le vasculiti sono accompagnate dall'insorgere repentino di macchie sulla pelle, da affaticamento, un affanno prolungato, anche immotivato, e da dolori articolari e muscolari. Spesso, le vasculiti si generano da una sorta di reazione autoimmune derivante da un'infezione non meglio specificata, dall'allergia a un farmaco o, caso molto frequente, portate da un'altra malattia. Se, per alcuni casi, l'eziologia delle vasculiti resta ancora piuttosto incerta, nella maggior parte dei casi, i sintomi variano a seconda dell'organo interessato e dei vasi sanguigni colpiti. Se le vasculiti attaccano i piccoli vasi, possono essere tenute sotto controllo, ma se esse interessano cute, reni e articolazioni, è necessario procedere a un'anamnesi completa, per escludere la correlazione con altri tipi di malattie.
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Le tipologie di vasculiti sono estremamente eterogenee e riconoscerle a primo impatto, può non essere cosa semplice. Una prima classificazione, vede le vasculiti differenziarsi in idiopatiche e secondarie. Per le vasculiti primarie, ancora oggi, non si è individuata una causa specifica: esse, infatti, possono colpire indifferenti tutti i vasi, i piccoli, i medi e quelli grandi. Rientra in questo gruppo la "porpora di Henoch-Schonlein", malattia che colpisce soprattutto i bambini, causando scompensi renali e interessando i vasi cutanei. Le vasculiti secondarie, invece, pur presentando una diversa sintomatologia, derivano da neoplasie, patologie croniche, infezioni renali e intestinali e da malattie infettive. Per appurare che si tratti di vasculite, il medico potrà prescrivere analisi del sangue e delle urine, proprio per verificare lo stato dell'infiammazione. Tra le vasculiti più comuni si annovera l'arterite temporale, che colpisce testa e collo; l'arterite di Takayasu; la sindrome di Churg-Strauss, che comporta asma, rash e granulomi di diversa grandezza; la malattia di Kawasaki; la Poliarterite nodosa; la Vasculite leucocitoclastica e la Crioglobulinemia mista essenziale.
Oltre alle analisi del sangue e delle urine - utili per rilevare la conta piastrinica, anemia, un aumento dei globuli bianchi, proteinuria ed ematuria - in caso di sospetto di vasculiti, il medico può ordinare esami anche più approfonditi, quali biopsia, angiografia, ecografia, tomografia computerizzata, tac e risonanza magnetica, sia con contrasto sia senza contrasto. Per evidenziare il corretto tipo di vasculite, si ricorre a un test immunologico per valutare quanto sia estesa l'infiammazione e la presenza di anticorpi. Quanto ai trattamenti, le vasculiti possono essere trattate con l'uso di farmaci corticosteroidei e immunosoppressivi. Mentre il prednisone si rivela utile per tenere sotto controllo l'infiammazione, l'azatioprina si dimostra tra i più validi alleati del sistema immunitario, inibendo le cellule che provocano l'infiammazione. Nei casi più gravi, può rivelarsi indispensabile un bypass cardiaco o un trapianto di rene per ristabilire il corretto flusso sanguigno.
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