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I sintomi della mononucleosi non sono specifici: sono infatti associabili ad una comune influenza o ad un raffreddore e compaiono nel 90% dei casi molto tardi, a partire dai 30-60 giorni dopo il contagio con il virus di Epstein-Barr negli adulti e dopo 10-15 giorni nei bambini. I sintomi più comuni della mononucleosi sono la febbre, la stanchezza, l'astenia, un malessere diffuso, ricorrenti cefalee, nausea e vomito. L'esordio della malattia è con la febbre, anche alta, con punte di 39 e 40 gradi per due settimane di fila. I sintomi della mononucleosi sono persistenti e resistono per almeno 4-6 settimane, per cui la terapia comune consiste nella somministrazione di farmaci antivirali di ultima generazione e di farmaci antipiretici: gli antivirali impediscono la replicazione dell'infezione mentre gli antipiretici aiutano ad abbassare la febbre. Per combattere il sintomo dell'astenia si possono assumere antidolorifici blandi come la tachipirina. Nei casi più gravi si può ricorrere ad una cura di antibiotici per contenere la mononucleosi ma è assolutamente vietato il fai da te: è il medico di base a stabilire la gravità dell'infezione e a prescrivere la cura.
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Tra i sintomi comuni della mononucleosi c'è la tonsillite: tonsilliti e faringotonsillite possono insorgere dalla seconda settimana di decorso comportando la presenza di lesioni petecchiali a livello della giunzione tra il palato molle e il palato duro. La tonsillite e la faringotonsillite da mononucleosi comportano l'insorgere di tonsille arrossate e gonfie, la comparsa di macchie bianche o gialle sulle tonsille, gonfiori e rigidità al collo, mal di gola persistente, tosse, occhi infiammati, dolori corporei, otalgia e congestioni nasali. Un altro sintomo comune della mononucleosi è la linfoadenopatia, ovvero l'ingrossamento dei linfonodi del collo: la zona appare dura e difficile da trattare per 4-6 settimane. Tra i sintomi meno comuni ci sono poi gli esantemi da mononucleosi: si tratta di eruzioni cutanee che si presentano sotto forma di rush, pustole, vescicole e bolle, difficili da trattare e fastidiosi. Per questi sintomi da mononucleosi la terapia consiste nel riposo e nella somministrazione di analgesici e antipiretici che contribuiscono a combattere i dolori, il mal di gola e la tosse.
In casi rari l'infezione da mononucleosi può generare in complicanze gravissime e causare la morte ma è scientificamente provato che il decesso del paziente è sempre legato alla presenza di patologie pregresse non curate a dovere o impossibili da curare. La mononucleosi infettiva può portare alla rottura della milza e costringere il paziente a sottoporsi ad una splenotomia d'urgenza che può anche provocare la morte. Se il malato di mononucleosi è anche affetto da anemia, si può incorrere in una sovrainfezione batterica della regione faringo-tonsillare che va combattuta con antibiotici e penicilline. Rarissime ma possibili patologie collaterali della mononucleosi sono anche la meningite a liquor limpido da mononucleosi e l'encefalite: entrambe possono portare alla morte del paziente. Anche il fegato può essere danneggiato alla mononucleosi con un'epatite fulminante, in particolare in presenza di gravi immunodeficienze pregresse. Altre rare complicanze della monucleosi sono l'orchite, la miocardite, la pericardite e l'ulcera genitale: la letteratura medica parla di un'incidenza del 2% dei casi totali, con una mortalità della mononucleosi stimata nell'1% dei casi.
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