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L'artrite reumatoide dà sintomi caratteristici a partire dal mattino, sin dal momento del risveglio. Il paziente avverte una fastidiosa rigidità articolare che si riduce con il movimento ma molto lentamente e nel giro di almeno un'ora e spesso anche tre o quattro. La parti infiammate sono tumefatte, gonfie a causa di un edema locale e la pelle si presenta arrossata. Il dolore può essere molto intenso e il soggetto prova grande difficoltà a svolgere gesti comuni come guidare, afferrare oggetti o sollevare pesi anche moderati. L'infiammazione e la diminuzione della mobilità articolare si accompagnano anche a riduzione della forza muscolare. Inoltre, poiché la malattia agisce anche a livello sistemico, si assiste sovente ad un processo di indebolimento della persona, in conseguenza all'infiammazione interna.
Per trattare efficacemente l'artrite reumatoide e permettere al paziente la conduzione di una vita normale è indispensabile una diagnosi precoce. La terapia deve essere cominciata il prima possibile, sia per ridurre i sintomi che per evitare i danni permanenti con disabilità e l'interessamento di altri organi e sistemi, come quello respiratorio, circolatorio e nervoso. La diagnosi della patologia avviene con la ricerca nel sangue dei valori di VES e proteina C reattiva, i quali evidenziano i processi di infiammazione interna. Si ricercano anche il fattore reumatoide (FR) e determinati anticorpi che rivelano l'origine autoimmune della malattia. In seguito radiografie, TAC o risonanza magnetica evidenzieranno il danno articolare. La diagnosi tempestiva e un'adeguata terapia eviterà al paziente complicazioni come anemia, osteoporosi e problemi cardiovascolari.
La terapia cominciata sul nascere della patologia permette di far regredire l'artrite reumatoide, i sintomi relativi e riacquistare la piena efficienza delle articolazioni colpite dall'infiammazione. Spesso i medici preferiscono iniziare con una fase di attacco con alte dosi di farmaci a base di cortisone per ridurre subito la flogosi e il dolore. In seguito saranno prescritti i farmaci di fondo (DMARDs) composti da diversi principi attivi immunosoppressori, tra cui il metotrexato, la minociclina e la sulfasalazina. Qualora questi farmaci non risultassero efficaci o risolutivi, esiste da alcuni anni la possibilità di impiegare farmaci biologici (MRB) con un'azione personalizzata sul sistema immunitario del paziente. Ottenuti tramite ingegneria genetica, si legano e inattivano alcune proteine coinvolte nei processi infiammatori e danno ottimi risultati.
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