Scarlattina contagio

Che cos'è la scarlattina

La scarlattina fa parte del gruppo delle malattie esantematiche, chiamate così poiché tutte si manifestano con un rash cutaneo (esantema, tecnicamente). Tali malattie sono caratteristiche dell'età infantile, ma possono colpire anche gli adulti, nei quali sono più frequenti le eventuali complicazioni della malattia. A differenza delle altre malattie dello stesso gruppo, la scarlattina non ha origine virale, ma è causata da un batterio: lo streptococcus pyogenes. Tale batterio causa malessere e tutti i sintomi tipici della malattia tramite le tossine che esso produce quando viene infettato da un batteriofago, ossia da un virus che sfrutta il batterio per riprodursi. È possibile, ma raro, dunque, che la scarlattina e il suo contagio si verifichino più volte nel corso della vita: esistono, infatti, diversi ceppi dello stesso batterio in grado di causare la malattia. La scarlattina prende il nome dal sintomo più vistoso che essa produce: un rash cutaneo di colore scarlatto, appunto.
scarlattina

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Scarlattina contagio, incubazione e infettività

trasmissione scarlattina Il contagio della scarlattina avviene tramite la saliva e il muco di una persona infetta. Un semplice starnuto, un colpo di tosse, ma anche parlare a distanza ravvicinata, parlando di scarlattina contagio, possono causare il passaggio del batterio da una persona infetta a una sana e favorire, così, l'insorgenza della scarlattina. Questa malattia ha un periodo di incubazione che va da uno a 5 giorni. Dopo tale periodo la persona infetta inizia a manifestare i primi sintomi. Essendo una malattia facilmente diagnosticabile, il trattamento antibiotico scatta all'insorgere dei primi sintomi. In questo caso il paziente non è più contagioso dopo 48 ore di assunzione di antibiotici. Se, però, il malato non assume tali farmaci, il contagio della scarlattina rimane possibile per tutta la durata della malattia. Ad oggi, purtroppo, non esiste un vaccino per prevenire la malattia, perciò, per evitare il contagio, è bene evitare i contatti con le persone malate e, soprattutto, stare attenti alle comuni norme igieniche.

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I sintomi della scarlattina

cura scarlattina Passato un periodo che va da uno a 5 giorni dal contagio della scarlattina, compaiono i primi sintomi. Il decorso della malattia è caratterizzato da due periodi successivi distinti: il periodo pre-esantematico o prodromico e quello esantematico. L'inizio del primo dei due periodi è caratterizzato dalla brusca comparsa di febbre, che può raggiungere anche i 40°C e provocare brividi. Nausea, vertigini, vomito e cefalea sono altri sintomi possibili. L'enantema, ossia l'arrossamento della faringe, accompagnato da senso di costrizione alla gola e dolore durante la deglutizione, è, invece, un sintomo caratteristico della scarlattina. La lingua si ricopre di una patina bianca che, successivamente, inizia a desquamarsi e cambiare colore, introducendo così il secondo periodo della malattia: il periodo esantematico. Dopo 12-48 ore dai primi sintomi il corpo inizia a ricoprirsi di bolle di colore rosso scarlatto (l'esantema), che inizialmente coinvolgono inguine, ascelle e collo e, poi, si estende al resto del corpo. Sul viso, però, naso, mento e bocca vengono risparmiati, formando così la tipica "maschera scarlattinosa". La lingua che desquamandosi diventa rossa viene chiamata "a fragola".


Prognosi, terapia e complicanze

complicanze scarlattina La prognosi della scarlattina, se curata adeguatamente, non supera le 3 settimane. I bambini affetti da scarlattina e trattati con antibiotici sono riammessi a scuola dopo 2 giorni dall'inizio della cura. Agli antibiotici possono essere aggiunti degli antipiretici per contrastare febbre troppo alta o persistente. È bene, in questo caso, prestare attenzione all'idratazione del paziente. Con un'adeguata cura si riduce anche la possibilità di sviluppare complicazioni della malattia, come febbre reumatica, che può danneggiare anche organi importanti, come cuore e cervello, malattie renali, polmonite, infezioni all'orecchio e alla pelle. In caso di gravidanza è bene prevenire un eventuale, seppur improbabile, contagio durante il parto. È sufficiente seguire un'adeguata profilassi antibiotica. Durante la gestazione è comunque bene non trascurare la malattia, perché esiste la possibilità che i batteri colonizzino il tratto vaginale e i tessuti amniocoriali, causando un parto prematuro.




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