Quando si decide di diventare donatori di sangue volontari, si viene sottoposti a una visita medica accurata per assicurarsi delle condizioni di salute dei soggetti. Inoltre vengono poste domande sulla propria storia medica: in particolare si valuta se si è stati colpiti in precedenza da anemia, cardiopatia, tumori di qualunque genere, epatite oppure malaria. Vengono scartati anche i soggetti che hanno avuto un comportamento a rischio, che si sono sottoposti a operazioni e tatuaggi negli ultimi 6 mesi o che sono stati esposti al virus dell'AIDS. Anche le donne in gravidanza non sono accettate. Quindi si controllano la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa dell'individuo e, una volta terminata la visita, si preleva un campione di sangue dal dito (molto più raramente dal lobo dell'orecchio) per verificare la presenza di anemia e il gruppo sanguigno. La maggior parte dei donatori di sangue intero che si sottopongono regolarmente ai prelievi dona 3-4 volte all'anno, anche se le donne devono lasciar trascorrere più tempo tra una donazione e l'altra.
La maggior parte dei donatori di sangue preferisce fare una donazione di sangue intero, in quanto la procedura risulta più facile e veloce. Tuttavia sono molte le persone che non sono a conoscenza delle altre tipologie di donazione. Una volta effettuata la visita, il donatore si sdraia sul lettino dell'apposita postazione e, quando è rilassato, l'infermiere gli inserisce nell'avambraccio un ago collegato a un tubicino. La quantità di sangue prelevata è di circa 450 ml, corrispondenti a un decimo del volume totale. Il sangue viene raccolto all'interno di una sacca che contiene un anticoagulante. Dopo aver effettuato la donazione, la maggior parte dei donatori di sangue non è affetto da alcun disturbo, tuttavia alcuni individui possono sentirsi deboli. In questo caso devono rimanere sdraiati per qualche minuto. Si consiglia di bere molta acqua o succhi di frutta e di evitare sforzi fisici per le 5 ore successive. Il sangue donato viene portato al Centro Trasfusionale locale e sottoposto a esami per identificare gli anticorpi contro la sifilide e l'AIDS e il virus dell'epatite B. In caso affermativo il sangue non viene usato per le trasfusioni.
Un metodo particolare di donare il sangue è la plasmaferesi: si tratta di una tecnica grazie alla quale si preleva dal flusso sanguigno soltanto una componente del sangue. In genere si tratta del plasma, ma possono essere anche i globuli bianchi oppure le piastrine. Anche in questo caso si prelevano circa 500 ml dal braccio dei donatori di sangue, tuttavia, invece di raccoglierli in una sacca apposita, li si fa circolare all'interno di un sistema separatore a circuito chiuso e sterile. In questo modo si separa la componente di cui si ha bisogno e la si raccoglie in una sacca. Quindi si reinfonde il sangue nell'altro braccio. Questa operazione viene ripetute 6-8 volte a seconda delle caratteristiche fisiche dei donatori di sangue (corporatura, peso, massa muscolare) e consente di ottenere la stessa quantità della componente che normalmente viene prelevata da 6-8 individui diversi. Questo procedimento risulta molto utile perché in questo modo si fornisce al paziente una particolare componente in quantità sufficiente rispetto alle sue necessità prelevandola da un solo donatore. Di conseguenza si riducono i rischi di trasmissione di epatite o di reazioni.
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