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La coagulazione del sangue avviene grazie alla presenza di particolari proteine prodotte dal fegato, chiamate appunto fattori della coagulazione. Tali proteine sono in totale 20, anche se quelle essenziali, la cui presenza è fondamentale perché la coagulazione avvenga in modo corretto, sono solo 12. La coagulazione del sangue umano avviene solo in caso di danneggiamento a livello vascolare, questo impedisce al fluido di coagularsi durante il suo percorso lungo il normale flusso venoso o arterioso. In caso di ferita o taglio invece i fattori della coagulazione si attivano in due modi, detti via intrinseca e via estrinseca, seguendo un processo di attivazione che viene detto a cascata. La via estrinseca è quella iniziale, che si avvia non appena si verifica la ferita o il danno; la via intrinseca consente di amplificare e portare a termine l'intero processo. Al termine della "cascata" le molecole di fibrinogeno solubile si trasformano in un reticolo di fibrina, sostanza insolubile, che permette di fermare diverse molecole e cellule, tra cui le piastrine, fino a formare un coagulo.
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Attraverso un test che misura la capacità del sangue di creare coaguli e la presenza di una corretta quantità di fattori della coagulazione si possono stabilire eventuali disfunzioni in questo ambito. Le motivazioni che portano ad un deficit di fattori della coagulazione sono varie, tra cui le più note sono di carattere ereditario. Questo tipo di patologie sono dette emofilie e riguardano la mancata produzione di uno o più fattori della coagulazione. L'emofilia è una patologia causata da problematiche correlate al cromosoma X, per questo motivo in genere chi manifesta i sintomi della patologia è di sesso maschile, mentre gli individui di sesso femminile sono portatori sani della malattia. La gran parte dei deficit dei fattori della coagulazione sono invece correlati a patologie croniche, come ad esempio il tumore o disfunzioni del fegato. Altre motivazioni che possono portare a questo tipo di deficit sono correlate all'uso di farmaci per prolungati periodi di tempo, come ad esempio gli anticoagulanti assunti per terapie che coinvolgono patologie croniche.
Il deficit di fattori della coagulazione porta a sintomi che in genere sono difficili da non notare. Il sangue che non si coagula in modo corretto porta ad elevato sanguinamento, sia in caso di interventi, anche di piccola entità, sia in caso di traumi o tagli. L'entità dei sintomi dipende dalla gravità del deficit. Alcuni pazienti con leggeri casi di emofilia, o con deficit dei fattori della coagulazione di minima entità possono non accorgersi del problema se non dopo un intervento, ad esempio dopo un'estrazione dentale o in occasione di un piccolo incidente. Chi invece presenta un deficit importante può manifestare i primi sintomi anche già in età pediatrica, con emorragie importanti anche a seguito di un leggero incidente. In molti casi chi arriva a dover verificare la funzionalità dei fattori della coagulazione ha mostrato altri tipi di problematiche in seguito ad esami sanguigni di routine. Questo spesso porta a scoprire il deficit in modo tempestivo, cosa che consente di giungere rapidamente ad una terapia efficace.
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