Il cloruro di sodio, può essere estratto secondo diverse metodologie, la più antica è quella dell’evaporazione solare. Il sale di trova in apposite vasche, denominate saline che raccolgono le acque marine, accumulando un ingente quantitativo di sale. Grazie all’irradiamento solare, il sale tende a concentrarsi e a formare una sorta di salamoia, che dalle prime vasche, viene trasferita in altre vasche, dove il sale, subisce una decalcificazione. La salamoia, viene poi trasferita in apposite vasche cristallizzanti, che fanno precipitare il cloruro di sodio; avviene infine il processo di raffinazione del sale, che viene poi imbustato e reso prodotto commerciale. Altro processo è quello dell’evaporazione indotta: in questo caso la lavorazione è considerata artefatta, perché il lavoro del sole, viene sostituito dal lavoro dell’acqua o dell’energia elettrica. La salamoia, viene trattata solo se considerata satura, per favorire l’eliminazione dei Sali di calcio e magnesio che sono considerati tossici, grazie ad un processo apostrofato come processo di demineralizzazione. Il sale viene reso purissimo e assolutamente delicato e raffinato. Il sale può essere anche ottenuto mediante il processo di scavo, che avviene in appositi giacimenti che lo contengono. Il prodotto che viene ricavato, è a grossi pezzi che vengono trattati e ridotti in pezzi minuscoli adatti alle esigenze di mercato. Il sale è parecchio abbondante sulla terra: la sua presenza è oltremodo indispensabile per la sopravvivenza della vita.
Il sale contiene sodio, una sostanza di cui l’organismo necessita anche se in ingenti quantità. Il sodio, è importantissimo poiché ripristina le naturali perdite minerali quando l’organismo è sottoposto a perdite di Sali, mediante sudore e urine. Solitamente il sale viene utilizzato continuamente, sulla maggior parte dei cibi, ma in un quantitativo che non superi i sei grammi al giorno. Suddetto minerale infatti, se assunto in quantità eccessive, può causare una serie di problematiche notevoli all’organismo. Il sale è stato definito responsabile di una serie di patologie: il sale aumenta il rischio di obesità, il che significa, che coloro che assimilano cibi particolarmente salati, tendono ad aumentare di peso, perché il sale, favorisce il gonfiore e la ritenzione idrica ed aumenta lo stimolo della sete inducendo a bere bibite alcoliche o comunque contenenti zuccheri. Il sale, favorisce inoltre l’eliminazione di un minerale molto importante, il calcio, assolutamente indispensabile per la salute delle ossa e dei denti. Se il calcio viene espulso e va in carenza, aumenta il rischio di osteoporosi. Il sale, inoltre, favorisce l’ipertensione, favorendo un aumento di pressione.
Il sale, è un elemento necessario ma in piccolissime dosi: un aumento del dosaggio può causare problemi anche in un soggetto sano, ed è altamente sconsigliato, in un soggetto affetto da patologie renali o epatiche. Se invece il sale dovesse risultare carente, l’organismo ne subirebbe comunque le conseguenze: una carenza di sale determina infatti una mancanza di concentrazione, dolori muscolari e mancanza di appetito. Questo accade perché, il sale regola le funzioni neurali, muscolari e non solo. Il sale, va utilizzato quando necessario: molte pietanze contengono di per se un buon quantitativo di sale, per cui, è preferibile non aumentarne il quantitativo. Per mantenere l’organismo in forma, e non andare incontro a problemi di obesità, ipertensione, pressione sanguigna, colesterolo, osteoporosi, è preferibile limitare i cibi sotto sale, gli insaccati, i formaggi parecchio salati. Le pietanze inoltre vanno salate in modo modesto e condite preferibilmente con il limone, l’olio e l’aceto, che insaporiscono magnificamente, senza favorire scompensi all’organismo. Il sale è fondamentale all’interno di un programma alimentare, ed inoltre ha una storia precisa, datata. Gli antichi Romani, chiamarono una strada Salaria, perché il trasporto che veniva effettuato su quel tragitto era quello del sale.
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