Durante la gravidanza c'è la possibilità che una minima parte del sangue della madre e di quello del feto entrino in contatto. In caso di discordanza sanguigna per quanto riguarda il fattore Rh, l'organismo della madre potrebbe avviare un processo di immunizzazione producendo ed immettendo in circolo anticorpi anti-D in grado di attaccare le cellule del sangue del feto. Se tale aggressione da parte dell'organismo materno raggiunge una consistenza importante, il feto sviluppa la Malattia Emolitica Feto-Natale (MEN), la quale può provocare un'anemia emolitica nel nascituro, con gravi danni, anche permanenti, nel neonato, oppure, nel peggiore dei casi, può portare alla morte intrauterina del feto.Il test di Coombs indiretto, perciò, verifica e misura la quantità di anticorpi anti-D nel circolo sanguigno della madre e va effettuato da tutte le gestanti entro la sedicesima settimana di gravidanza.
Mentre le donne Rh positive, dopo il primo esame entro la sedicesima settimana di gravidanza, devono ripetere il test di Coombs indiretto solo durante l'ultimo trimestre di gestazione, le donne Rh negative devono prestare maggiore attenzione.Esistono delle condizioni che rappresentano dei fattori di rischio concreti e che richiedono, perciò, un monitoraggio costante: se il padre del nascituro è Rh positivo, infatti, esiste l'eventualità che anche il feto lo sia; se la donna ha già affrontato una gravidanza con fattore Rh discordante, inoltre, essa potrebbe già essere immunizzata contro l'antigene D. Durante il parto, infatti, lo scambio di sangue tra neonato e madre è consistente; il nuovo feto, se Rh positivo, perciò, corre un rischio maggiore di sviluppare la malattia emolitica fetale.È necessario, dunque, che le donne Rh negative ripetano il test di Coombs indiretto ogni mese. Se il test dà esito positivo, inoltre, il monitoraggio va intensificato, ripetendolo ogni 15 giorni.
Quando il test di Coombs indiretto positivo è necessario effettuare ulteriori esami per identificare la natura della risposta immunitaria, di cui la più frequente è, appunto, quella dovuta all'incompatibilità del fattore Rh. A questo punto il medico effettuerà alla gestante un'iniezione intramuscolo di immunoglobuline anti-D, in grado di neutralizzare gli anticorpi prodotti dall'organismo materno che attaccano le cellule del sangue del feto. Spesso, nelle donne Rh negative la profilassi anti-D viene effettuata entro 72 dal parto per evitare l'immunizzazione e prevenire eventuali complicazioni nelle future gravidanze. Esiste la possibilità che il test di Coombs indiretto risulti positivo per altri tipi di incompatibilità ematiche: se quelle del sistema AB0 sono più frequenti, ma non causano danni rilevanti, esistono interazioni rarissime tra altri fattori (come Kell, c, E), che purtroppo rendono il trattamento più complicato.
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