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Vengono distinte due forme di siringomielia, ovvero la siringomielia congenita e la siringomielia acquisita. Tale malattia può interessare anche altre zone dell’organismo, ad esempio il tronco encefalico o il midollo allungato. Per quanto riguarda la siringomielia congenita, questa è la forma più diffusa di siringomielia. In questo caso i sintomi della malattia possono manifestarsi tra i 24 e i 40 anni ed è dovuta alla malformazione della fossa cranica posteriore. Infatti chi sviluppa questa malattia presenta una fossa di piccole dimensioni, dove il cervelletto, i nervi cranici e il tronco encefalico, sviluppandosi negli anni si dislocano o verso il basso o verso l’alto. Ciò determina la compressione su altri tessuti, i quali poi vanno ad ostacolare il flusso del liquido cefalo-rachidiano. 8 persone su 100.000 soffrono di questa malattia e la progressione risulta essere lenta.
La siringomelia acquisita invece è una complicanza dovuta a un trauma, a un'emorragia, a una meningite o a neoplasie. Quando il soggetto si trova in una di queste circostanze potrebbe sviluppare delle siringhe nella parte di midollo danneggiato. Una volta che si iniziano a formare le siringhe, queste si espandono e premono contro i tessuti, danneggiandoli. I sintomi sono avvertibili anche dopo molti anni dalla formazione delle cisti. Un sintomo molto importante è il dolore che si manifesta subito dopo un trauma. Le cause scatenanti una siringomielia potrebbero essere gli incidenti stradali, dove durante un impatto si ha il colpo di frusta. Questo tipo di trauma alle volte può determinare la modifica del profilo osseo della fossa cranica posteriore, con relativi danni a nervi cranici, ostacolando così il flusso di liquido cefalo-rachidiano.
La siringomielia è curabile per via chirurgica. Il neurochirurgo provvederà a posizionare un deviatore fra la cisti e il canale midollare per consentire il drenaggio della siringa, abbassando così la pressione sul midollo spinale. Nel caso in cui ci sia una malformazione ossea che scaturisce la siringomielia, per curarla occorre mirare alla correzione dell’anomalia ossea o all’estirpazione della neoplasia. Nel caso in cui la siringomielia è stazionaria, ovvero non progredisce, si potrebbe scegliere di seguire una terapia per alleviare il dolore. Tale terapia prevede l’uso di medicinali a base di antidolorifici come alcaloidi quali oppiacei, oppure blandi antidolorifici come quei medicinali a base di paracetamolo che, essendo dei buoni antipiretici, hanno effetti antidolorifici. In definitiva, scegliere la via chirurgica quando se ne potrebbe fare a meno è sconsigliabile poiché non si possono escludere delle complicazioni che graveranno sulla mobilità dell’individuo.
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