A primissima vista, l'osservazione del grafico di un elettrocardiogramma può sembrare impossibile. Non è propriamente così in quanto con un po' di pazienza ed alcune nozioni di base è possibile effettuare la lettura ECG, benché questo sia un compito spettante al proprio medico di fiducia. La diagnosi di eventuali problematiche non deve mai basarsi sul "fai da te" e sulla lettura personalizzata. Nel grafico dell'elettrocardiogramma vengono misurati, innanzitutto, il voltaggio ed il tempo. Il primo sull'asse verticale, il secondo su quello orizzontale. Ogni quadrato che li indica è suddiviso a sua volta in quadratini. La carta, infatti, dell'ECG è millimetrata. I più piccoli hanno una larghezza di 1 mm e corrispondenti a 0,04 secondi. I più grandi sono larghi 5 mm (0,02 secondi). Due quadrati in altezza (10 mm) indicano una tensione di 1mV (1 mV è uguale a 1/1000 di Volt).
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L'intervallo di tempo che intercorre tra un battito cardiaco e l'altro è misurato con cura durante l'esecuzione dell'esame e la corretta lettura ECG può darne l'esatto valore. Si tratta della cosiddetta "onda P", una linea di tipo retto che unisce le valli e i picchi. Mediamente, una durata normale è compresa tra 3 e 4 quadrati considerati in orizzontale. In secondi, questo si traduce in un intervallo di tempo compreso tra 0,12 e 2.0 secondi tra un battito ed il successivo. L'irregolarità del battito cardiaco si evince dalla lettura ECG, quando il numero dei quadratini, e conseguentemente dei secondi tra un battito e l'altro, è incostante. In ogni caso, non bisogna assolutamente preoccuparsi se si osservano queste evenienze in quanto deve essere il medico a dare certezze ed, eventualmente, a prescrivere le terapie corrette da seguire.
Il calcolo della frequenza cardiaca si può effettuare mediante la lettura ECG. E' importantissimo iniziare dall'identificazione dei cosiddetti "picchi identici" che, contando il numero di quadrati, intercorre tra due battiti successivi. Per il calcolo matematico vero e proprio occorre procedere dividendo il numero di quadrati contati per il valore 300. Ad esempio, se vi sono tre quadrati tra un picco e l'altro, significa che la frequenza cardiaca e pari a 100 BPM (dove con BPM si indicano i "battiti al minuto"). Nel caso in cui, all'interno del grafico, non sia presente alcun punto identico, non bisogna assolutamente allarmarsi. Occorrerà semplicemente procedere diversamente. Vanno contati i picchi racchiusi in 6 secondi ed il numero ottenuto va moltiplicato per 10. La frequenza cardiaca che si ottiene in questa maniera ha valore prettamente approssimativo.
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