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Il CPK alto si riscontra dopo 5 o 6 ore dall'infarto cardiaco e raggiunge valori di 600-700 mU/ml in 24 ore. Se non si verificano ulteriori attacchi, la concentrazione torna alla normalità nel giro di 3 o 4 giorni. Con l'esclusione del cuore, che possiede una creatinfosfochinasi specifica, il CPK è relativo alla muscolatura scheletrica. Questo enzima, ampiamente presente sia nel miocardio che nei muscoli striati e nel cervello, partecipa alla produzione di ATP (adenosintrifosfato), che fornisce l'energia necessaria al funzionamento delle cellule dell'organismo. I valori dell'enzima si esprimono in unità per millilitro e sono variabili in base alle procedure analitiche impiegate e alla temperatura alla quale viene eseguito l'esame. Per questo è preferibile l'indicazione di un livello di creatinfosfochinasi alto in base a quante volte i livelli riscontrati sono maggiori dei massimi valori normali.
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Generalmente la concentrazione di creatinfosfochinasi nella donna è la metà di quella maschile. Per essere sicuri che il CPK sia effettivamente alto occorre ripetere il dosaggio dell'enzima per un minimo di 3 volte, distanziandole di un mese l'una dall'altra. Il CPK alto può avere origini parafisiologiche tra cui gli strappi muscolari, le iniezioni intramuscolari, le operazioni chirurgiche e le alterazioni della colonna vertebrale. Tra le altre cause ci sono l'alta temperatura ambientale, i già citati lavori fisici e le attività sportive, e la provenienza da zone geografiche equatoriali. Le cause di tipo patologico possono riguardare un'anomala funzionalità tiroidea, l'uso di farmaci contro il colesterolo (statine), gli squilibri degli elettroliti (come sodio e potassio), la predisposizione all'ipertermia maligna e le malattie neuromuscolari.
Nei neonati si assiste a CPK alto causato probabilmente dal normale stress della nascita stessa. È importante considerare questi valori per la diagnosi di malattie muscolari nel corso dei primi 6 mesi di vita del bambino. L'enzima è elevato sia nelle patologie genetiche come la distrofia muscolare e le amiotrofie spinali che nelle forme acquisite come la miosite e la polimiosite. Nelle miopatie congenite si verificano aumenti 2-3 volte superiori al normale mentre nelle distrofie muscolari si arriva fino a 50-100 volte. Nelle patologie neuromuscolari croniche il CPK può variare in base all'attività fisica senza che indichi un aggravamento. Invece nelle forme acute infiammatorie è fondamentale controllare spesso il CPK per valutare le condizioni della malattia, i miglioramenti e i peggioramenti.
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