Cascata coagulativa

Processo di coagulazione

Il danneggiamento di un vaso sanguigno per un qualsiasi trauma innesca il processo di coagulazione o emostasi. Si viene a formare un coagulo per eliminare o limitare la fuoriuscita di sangue e proteggere l'organismo da un'eccessiva riduzione di volume ematico. Il processo avviene in quattro fasi: vascolare, piastrinica, coagulativa e fibrinolisi. Affinché il processo di coagulazione avvenga correttamente è necessario che le pareti dei vasi arteriosi e venosi, le piastrine ed i fattori di coagulazione collaborino attivamente tra loro. Per fattori di coagulazione si intendono delle proteine di produzione epatica, definiti vitamina K-dipendenti. Infatti, per la loro attivazione necessitano proprio della suddetta vitamina. Un'anomalia ad uno dei fattori comporta serie patologie. La fase di coagulazione è la più importante nell'intero processo e si caratterizza per il particolare funzionamento a cascata, definito anche cascata coagulativa.
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Cascata coagulativa

Cascata coagulativa L'emostasi, ovvero la formazione del coagulo nella sezione interrotta del vaso sanguigno, viene prodotta da un processo definito a cascata. I costituenti presenti nel sangue ed inattivi, vengono attivati sequenzialmente. Il processo inizia con la conversione della protrombina in trombina. Di conseguenza il fibrinogeno si trasforma in fibrina che blocca le piastrine e gli altri componenti del sangue in una sorta di rete per evitare ulteriori fuoriuscite. Il sofisticato equilibrio di tutte le sostanze coinvolte consente l'attivazione del processo solo nella zona interessata ed in tempi specifici. In mancanza di quest'armonia tra gli elementi si potrebbe assistere a fenomeni frequenti coagulativi e fuori controllo o viceversa a pericolose emorragie. La cascata coagulativa completa il coagulo con la compattazione e l'indurimento.

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Il processo

Vasi sanguigni La cascata coagulativa è un processo molto complesso e coinvolge diversi fattori che agiscono in maniera sequenziale ed ordinata. Si tratta di un passaggio che comincia da poche molecole coinvolgendo un numero indefinito di altre molecole, con precisione ed efficacia. Per semplificare l'argomento, nell'attivazione si distinguono la via estrinseca, data dalla lesione del vaso sanguigno, ed una intrinseca innescata dal contatto del sangue con una superficie differente dall'endotelio. In condizioni normali le due vie si attivano contemporaneamente, con una rapida azione della via estrinseca. Terminata la cascata coagulativa il coagulo si retrae. Il fenomeno comporta una perdita di acqua con conseguente stabilizzazione. A questo punto, si avviano i processi di riparazione tissutale e quelli di eliminazione del coagulo definiti fibrinolisi.


Inibizione della coagulazione

inibizione coagulazione controllo In condizioni normali la coagulazione si attiva solamente a livello locale, dove è avvenuto il trauma al vaso sanguigno. Nelle altre sedi il flusso sanguigno mantiene la naturale fluidità. Ciò è indispensabile per evitare fenomeni trombotici ed emorragie. Questo equilibrio viene controllato da sostanze anticoagulanti, come la proteina C ed S, l'antitrombina III ed il plasma. In condizioni patologiche si possono verificare situazioni contrastanti come la difficoltà a coagulare e l'eccessiva coagulazione. Entrambe le situazioni sono molto pericolose. Nel primo caso, si assiste ad ecchimosi, epistassi, ematomi ed in alcuni soggetti emorragie gastrointestinali. La trombosi, invece, si manifesta con ostruzioni parziali o totali del vaso sanguigno con gravissime conseguenze come ictus ed infarto. In entrambi i casi, la problematica si previene con un'adeguata cura farmacologica.




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