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Quando si esamina il valore della protrombina, si associa, solitamente anche la stima del tempo di protrombina. Il tempo di protrombina rappresenta un indicatore importante quando si valuta lo stato di salute del sangue. Tale valore, noto anche come INR (cioè International Normalized Ratio), ci svela in quanto tempo la protrombina si trasforma in trombina, permettendo al fibrinogeno di creare la fibrina. Il tempo di protrombina, quindi, ci dice se il nostro sangue riesce a creare il coagulo secondo una tempistica corretta o no. Quando il nostro organismo funziona bene, la coagulazione plasmatica deve avere luogo in circa 10-12 secondi. Ciò corrisponde ad un indice INR che va da 0,9 a 1,3. Valori più bassi o più alti dell'intervallo 0,9-1,3 possono indicare problemi coagulativi. È pur vero, comunque, che in particolari casi, ossia quando il paziente è sotto cura con farmaci anticoagulanti e che hanno una maggiore predisposizione alla trombosi, l'indice INR aumenta. In questi casi, infatti, il valore ottimale diviene 2-3.
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La protrombina alta indica che il flusso sanguigno non scorre correttamente nelle vene e nei vasi sanguigni, con conseguente rischio di emorragie e altre situazioni pericolose per la salute. Un valore elevato di protrombina, associato ad un conseguente valore elevato di INR, indica che il sangue forma il coagulo plasmatico con difficoltà, ossia più lentamente rispetto ai valori ottimali. Le cause di protrombina alta sono da ricercare nella carenza di vitamina K. Essa concorre alla corretta formazione e funzionalità della protrombina ed è presente nei broccoli, nelle cime di rapa, nei cavoli, negli spinaci e in altre verdure a foglia verde. Poiché la protrombina è sintetizzata dal fegato, un elevato valore di questa glicoproteina può essere dipeso da un malfunzionamento del fegato. Anche un eccessivo uso di farmaci anticoagulanti, può causare un aumento di protrombina. I rischi, in tali casi, sono la formazione di ematomi, anemia, articolazioni doloranti, epistassi, etc.
La protrombina bassa è associata ad un basso valore di INR. Ciò indica che la formazione dei coaguli plasmatici avviene troppo rapidamente. Di conseguenza, se con un indice di INR elevato si rischia un'emorragia, con un INR basso si rischia la trombosi. Ciò vuol dire che la conversione della protrombina in trombina e, conseguentemente, la produzione di fibrina da parte del fibrinogeno, avviene troppo velocemente. Questo processo pericolosissimo innesca la formazione di coaguli ematici all'interno dei vasi sanguigni. Tali coaguli sono definiti trombi. È evidente, quindi, come i trombi impediscano il normale scorrere del flusso sanguigno all'interno delle vene. Un trombo in una vena cardiaca, ad esempio, può causare l'infarto. Il coagulo all'interno di una vena presente nelle gambe, invece, dà luogo alle cosiddette varici. Se la protrombina risulta elevata, è possibile che si stia seguendo un'alimentazione troppo ricca di vitamina K, o che il fegato non funzioni correttamente.
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