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Quando si parla di insufficienza respiratoria si fa riferimento a una condizione clinica che può essere provocata da diverse malattie oppure che ne risulta un sintomo. Di conseguenza viene definita una sindrome e non una malattia a sé stante vera e propria. Le più diffuse patologie legate all'insufficienza respiratoria sono l'asma, la sindrome da distress respiratorio, l'edema polmonare acuto e il pneumotorace iperteso. Particolare attenzione va prestata alla broncopneumopatia cronica ostruttiva perché, se associata a una forma grave di insufficienza respiratoria, aumenta la pericolosità della sindrome e il rischio di morte del paziente. Altre cause possono essere l'embolia polmonare massiva, complicanze durante il trattamento di un emotorace e persino un trauma cranico. I sintomi sono affanno, respirazione superficiale, tosse, cianosi e aumento della frequenza respiratoria.
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Esistono due tipologie e due forme diverse di insufficienza respiratoria. Se ha effetti soltanto sull'apporto di ossigeno, si parla di insufficienza respiratoria parziale o normocapnica; invece, se riguarda anche la rimozione di anidride carbonica, viene detta globale o ipercapnica. Entrambe le tipologie possono essere croniche oppure acute e possono manifestarsi quando si pratica esercizio fisico (forma latente) o persino a riposo. L'insufficienza respiratoria acuta è in genere quella più grave e che si manifesta in maniera più rapida. I valori possono anche rimanere nella norma, ma si alterano a elevata velocità. Invece la forma cronica si caratterizza per il fatto di manifestarsi più lentamente. Risulta più grave se è riacutizzata, cioè se la PaCO2 aumenta velocemente. In questo caso possono solo riportare il soggetto alla situazione precedente.
Dato che esistono due forme diverse di insufficienza respiratoria, i trattamenti che si possono mettere in atto sono differenti tra loro. In genere si deve effettuare un'ossigenoterapia, somministrando al paziente ossigeno in quantità accuratamente controllata. Nei casi più gravi diventa necessario collegare il soggetto a un respiratore artificiale. Inoltre è importante trattare la causa di base. Quando si ha a che fare con un'insufficienza respiratoria acuta bisogna correggere l'ipossia e trattare l'eventuale acidosi respiratoria. Nel 70% dei casi si utilizza la maschera di ossigeno, mentre soluzioni alternative sono rappresentate dalle cannule nasali oppure dalla ventilazione meccanica. In ogni caso la quantità di ossigeno nell'aria somministrata deve essere al massimo del 50%. Quando si ha a che fare con una forma cronica, invece, la terapia da seguire varia a seconda della malattia correlata. In genere si somministrano farmici, soprattutto antibiotici e broncodilatatori, ma può anche essere necessario correggere il proprio stile di vita, ad esempio seguendo una dieta equilibrata oppure astenendosi dal fumo o dall'alcol.
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