Mononucleosi conseguenze

Mononucleosi: che cos'è

La mononucleosi è una malattia infettiva di tipo virale che intacca i linfociti b: è causata dal virus Epstein-Barr, dal nome dello scienziato che intorno al 1920 ne isolò il primo ceppo contagioso. Comunemente la mononucleosi è chiamata anche "malattia del bacio" perché è trasmissibile attraverso la saliva: le ricerche indicano che è molto diffusa nella popolazione giovane, in particolare tra gli adolescenti tra i 15 e i 18 anni dei paesi più industrializzati. In realtà un altro importante veicolo di contagio è il contatto indiretto con oggetti intrisi di saliva di soggetti infetta. Per questo l'unica forma di prevenzione è l'igiene personale: evitate di scambiarvi bicchieri o di toccare materiali maneggiati da portatori dell'infezione. Le conseguenze della mononucleosi si potraggono fino a 1-2settimane dopo il decorso, l'infezione è infatti contagiosa anche dopo il periodo della guarigione: si consiglia di non entrare in contatto con la saliva dei soggetti infetti anche quando hanno già debellato il virus.
Mononucleosi malattia del bacio

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Mononucleosi diagnosi

diagnosi mononucleosi I sintomi della mononucleosi possono essere facilmente confusi con quelli di altre malattie di base come la rosolia, il morbillo, l'influenza, la toxoplasmosi: ecco perché è indispensabile rivolgersi al proprio medico di famiglia per eseguire un test. Per individuarla si può partire da un'analisi del sangue di base con emocromo e formula: i risultati metteranno in evidenza la presenza di un'infezione. Per avere una conferma si può effettuare il test veloce specifico che certifica la presenza del virus Epstein-Barr: ricordate però che questo esame comporta un 10% di falsi positivi. Successivamente possono essere eseguiti altri test e indagini cliniche come ad esempio la ricerca di anticorpi specifici da mononucleosi. Nei casi più gravi, il 3% degli episodi totali, le conseguenze della mononucleosi riguardano anche fegato e milza: il virus è mortale in percentuali bassissime, legate a malattie pregresse o a complicanze particolarmente aggressive come epatiti fulminanti e miocarditi.

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Mononucleosi sintomi

sintomi mononucleosi La mononucleosi ha un decorso di 4-7 settimane e si manifesta solitamente sotto forma di febbre, tosse, faringite, rash cutanei, ingrossamento dei linfonodi al collo, alle ascelle, all'inguine con la presenza costante di una lieve febbre. Tra le conseguenze della mononucleosi ci sono anche vomito e diarrea, ipersudorazione, perdita di peso, stanchezza e spossatezza. L'infezione batterica da mononucleosi colpisce l'apparato faringo-tonsillare per cui può dare vita a fastidiose ma leggere tonsilliti. Comunemente sono state riscontrate anche cefalee importanti legate all'abbassamento delle difese immunitarie e sporadiche perdite di equilibrio. Raramente la mononucleosi può provocare la rottura di milza e fegato e degenerare in epatiti fulminanti. Meno frequenti le conseguenze sul cuore e l'apparato cardiaco, con la possibilità, molto remota, di miocarditi, pericarditi e polmonite interstiziale: queste eventualità sono legate alla presenza di patologie pregresse.


Mononucleosi conseguenze: Monucleosi trattamento

Assumere antibiotici e antivirali La mononucleosi è un'infezione virale contagiosa che presenta gli stessi sintomi e conseguenze di un'influenza, per cui va trattata con analgesici e antipiretici come una malattia dell'infanzia. Gli analgesici sopprimono il dolore mentre gli antipiretici combattono la febbre. Si consiglia il riposo a letto e di evitare sforzi fisici fino al completo decorso del virus, associando una dieta equilibrata e una massiccia dose di liquidi e sali minerali. Durante e dopo il decorso della mononucleosi i soggetti infetti sono contagiosi: evitare il contatto e lo scambio di saliva. Nei casi più gravi con presenza di infezione batterica, tonsillite, rash cutanei e ingrossamento dei linfonodi si può ricorrere ad un trattamento con antibiotici ad ampio spettro. La cura fai da te è sconsigliata: è necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia. Se insorgono conseguenze ancora più serie come rottura di milza e fegato bisogna ricorrere ai corticosteroidi ma solo dietro prescrizione medica.



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