Risonanza cervicale

Caratteristiche principali della risonanza cervicale

La risonanza magnetica è una metodica diagnostica mediante la quale viene utilizzato un intenso campo magnetico e onde di radiofrequenza. La risonanza cervicale esamina la specifica regione della colonna vertebrale e consente di avere immagini tridimensionali senza l'invasività della TAC e delle sue radiazioni ionizzanti. Questa tecnica è utile per controllare i dischi intervertebrali, le vertebre stesse e il midollo spinale. Il paziente non corre alcun pericolo né rischia di provare dolore o fastidio tranne quello che potrebbe causare ad alcuni il rumore della strumentazione. La persona che deve essere sottoposta all'esame deve entrare nel macchinario distendendosi su un lettino. È fondamentale che durante tutta la durata della risonanza il paziente resti completamente immobile per una ottimale riuscita dell'esame diagnostico.
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Risonanza magnetica: preparazione, precauzioni e controindicazioni

area dolori cervicali Il paziente che deve essere sottoposto a risonanza cervicale non ha normalmente bisogno di preparazione. Nel caso in cui sia previsto l'impiego di un mezzo di contrasto, può essere necessario un trattamento preventivo per evitare reazioni allergiche in individui sensibili. Le persone che portano un pacemaker non devono effettuare questo esame, come anche i portatori di dispositivi attivati magneticamente (elettrodi e neurostimolatori). La stessa precauzione vale anche per i portatori di protesi di incerta compatibilità con i campi magnetici. Se il paziente ha dubbi circa la presenza nel proprio corpo di elementi metallici (come protesi, clip e punti di sutura) deve comunicarlo al medico che effettuerà esami radiografici per accertarne la reale presenza. La risonanza magnetica si sconsiglia nei primi due mesi di gravidanza.

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Patologie evidenziate dalla risonanza magnetica cervicale

Valutazione della risonanza magnetica All'inizio dell'esame diagnostico la zona cervicale del paziente viene poggiata su uno specifico supporto con intorno una bobina ricetrasmittente, con il volto che resta scoperto. La durata della risonanza cervicale è di mezz'ora circa. Oltre ad essere più sicura per la salute, rispetto alla TAC la tecnica permette una migliore valutazione del distretto soprattutto in relazione ai tessuti molli (midollo, dischi e nervi). L'esame consente soprattutto la diagnosi di un'eventuale ernia del disco, di lesioni del midollo spinale per sclerosi multipla o tumori, di traumi delle vertebre o presenza in esse di neoplasie. Nella maggior parte dei casi di risonanza non è richiesto l'uso del mezzo di contrasto a parte quando si verificano danni al tessuto nervoso.


Risonanza cervicale e diagnosi più comuni

Risultato di risonanza cervicale Il motivo principale che porta il medico a prescrivere una risonanza cervicale è la cervicalgia del paziente. Quest'ultimo accusa dolore nella parte più alta della schiena, al collo o alla nuca, all'altezza delle 7 vertebre cervicali e più giù, fino alle spalle. Il dolore può essere di origine muscolare (il classico "torcicollo"). A volte la causa risiede nei legamenti attorno alla colonna vertebrale. Il dolore è determinato da un antifisiologico e continuo stato di contrazione che si manifesta più frequentemente nei periodi di forte stress psicofisico. L'altra comune causa di cervicalgia è la degenerazione artrosica di una o più vertebre o, più esattamente, delle faccette articolari. La fuoriuscita di un disco intervertebrale dalla sua sede, con eventuale pressione su un nervo, e la sua degenerazione dovuta all'età sono altre frequenti cause di dolore cervicale.




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