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Il ferro trovandosi nel sangue ha la principale funzione di trasportare ossigeno dai polmoni ai tessuti e viceversa. La funzione del ferro trova la sua realizzazione a livello dei mitocondri, ovvero a livello intracellulare. Questo metallo è anche importante per la sintesi del DNA. Per questa specifica ragione è importante assimilarlo soprattutto per favorire la riproduzione cellulare. Le donne in stato interessante, devono necessariamente assimilare gran parte di questo elemento per favorire la formazione del feto. Il fabbisogno è più forte negli organismi in crescita, quindi come sottolineato sopra, per le donne in gravidanza, in fase di allattamento e durante l’infanzia. Il fabbisogno di ferro, ovviamente è direttamente proporzionale alla crescita ma anche alla perdita e alla carenza di esso. Durante il ciclo mestruale, si hanno ingenti e continue perdite di sangue, accompagnate da spossatezza e stanchezza. E’ proprio in fasi tanto delicate per una donna, che l’assimilazione di ferro non deve risultare deficitaria. La carenza di ferro determina numerosissime problematiche. Poiché esso è determinante anche per la formazione del sistema immunitario, una carenza di ferro, porterebbe infatti ad una conseguente predisposizione alle infezioni batteriche. E’ stato però appurato che un eccesso di ferro potrebbe portare comunque degli effetti collaterali. Chi abusa di questo elemento, in maniera eccessiva, potrebbe andare incontro ad una lievitazione batterica, e quindi potrebbe essere maggiormente incline a contrarre infezioni. Se è in corso un’infezione batterica, il ferro che è normalmente presente nel sangue, si riduce e si sposta, depositandosi nei tessuti. In questo caso, può realizzarsi un’anemia, ovvero una perdita di ferro, che può essere curata solo curando l’infezione. Il ferro ha un ruolo fondamentale nelle neoplasie. E’ importante misurarne l’apporto almeno per linee generali e sapere cosi, se si è in deficit di esso, o in surplus. E’ molto più probabile andare incontro ad una situazione di anemia, ovvero ad una mancanza di ferro, che ad un eccesso di esso. Solitamente la mancanza viene giustificata con un’alimentazione scorretta, carente di determinati cibi che lo contengono, o a causa, di uno scarso apporto di questo elemento in fasi specifiche come quelle sopra citate. L’eccesso di ferro, può verificarsi in casi di alcolismo, in caso di trasfusioni continue, in caso di malattie del fegato. Quando il ferro è in abbondanza, tende a sollevare alcune problematiche come la formazione dei radicali liberi, che accelerano l’invecchiamento della pelle, delle cellule tutte e anche del cervello.
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L’assimilazione del ferro come già sottolineato variano a seconda delle diete, dunque dell’alimentazione e in base anche alle perdite. Quando non sono presenti patologie, la dose di ferro è pari a circa due milligrammi al giorno che corrisponde alla quota che normalmente viene assunta per non andare in carenza di esso. Il ferro che viene assimilato quotidianamente è pari a circa quindici venti milligrammi al giorno ma la percentuale assorbita sul totale è pari al solo cinque per cento. La percentuale di assunzione con le dieta, varia in base a molti fattori che bisogna necessariamente conoscere. L’assimilazione del ferro è favorita in comunione con l’assimilazione di altri elementi che sono: la vitamina C , le vitamine B, tutte, ed in particolare la B6, l’acido folico, il cobalto, il rame, l’acido cloridico, e la presenza nella dieta delle proteine animali. Il ferro può anche entrare in contrasto con alcuni elementi e non essere assimilato completamente o in parte, a causa di questi. L’assorbimento del ferro viene contrastato dalla presenza di alcuni minerali che sono: il fosforo, lo zinco, il calcio, e il rame o di sostanze come thè caffè e antiacidi. In caso di carenza di ferro, è necessario un aumento dell’assimilazione di questo, insieme al rame al manganese e al cobalto. Molte anemie, non possono certamente essere curate solo ed esclusivamente con l’alimentazione; in questo caso è necessario integrare questo elemento in altri modi, con gli integratori ad esempio. La carenza di ferro determina degli effetti specifici, e sono diversi: l’anemia è la malattia più comune e si presenta con mal di testa, febbre, vertigini, aritmie. Altri sintomi si manifestano sul corpo, a livello epidermico, sulle unghie e sui capelli che tendono a cadere. Il ferro è legato alla ghiandola tiroide. E’ stato appurato che l’ipotiroidismo, dipenda strettamente dalla mancanza di ferro. Altri studi rivelano un rapporto tra carenza di ferro e problematiche a livello cognitivo, che determinano un calo di attenzione, stati di angoscia paura e mancanza di volontà. Questo fatto è dettato da un fattore specifico il ferro regola il funzionamento di alcuni enzimi che producono neurotrasmettitori. Nel momento in cui il ferro manca, l’ossigeno non viene trasportato, e di conseguenza, viene alterato il delicato equilibrio di cui sopra. L’accumulo nei tessuti di quantità eccessive di ferro è noto come emocromatosi. I danni possono essere anche molto gravi, in quanto è la struttura degli organi che viene alterata e la struttura di cui essi sono composti. I disturbi emotivi, l’aggressività, le emicranie e l’iperattività, dipendono da un eccesso di ferro. Alcuni studi hanno testato che molte patologie assolutamente gravi, dipendono strettamente dall’eccesso di ferro. Il morbo do Parkinson ad esempio, dipende da uno squilibrio tra rame e ferro.
Il ferro è contenuto in molte carni che sono: il maiale, la polpa di manzo, il fegato ed il cuore di manzo, nel pollo, nella bresaola, nel prosciutto, nel cavallo e nel coniglio. E’ presente anche nel pesce in particolare nei molluschi e nei crostacei, ma anche nel cefalo e nell’aringa. Nelle verdure è presente nel cavolo nero, nelle carote, nei cavoletti di bruxelles. E’ oltremodo presente nella frutta, in particolare nella frutta secca, nei datteri, nella noce di cocco. Nei cereali, ovvero nella farina di soia, nel riso integrale, nel pane integrale, nella farina bianca, nella farina gialla, nei fiocchi d’avena, nel germe di grano, nella crusca di frumento e nel chicco intero di avena. E’ presente anche nel cacao, nel cioccolato amaro, e nella cioccolata al latte. Si trova nei fagioli bianchi e nei legumi secchi. Non ci sono tracce di ferro negli spinaci, al contrario di quanto si pensi, ed inoltre non lo si trova nei latticini.
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