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L'invenzione del Vega test viene comunemente attribuita al medico tedesco Helmut Schimmel, ma fu Reinhold Voll, suo maestro e fondatore dell'elettro-agopuntura diagnostica, a porre le basi per la realizzazione del primo test elettrodermico. Voll, verso la metà del secolo scorso, ideò un sistema diagnostico che, attraverso le alterazioni di carica elettrica riscontrate nei punti dell'agopuntura, situati, secondo la medicina cinese, in corrispondenza di 12 meridiani, potesse rivelare patologie a carico dei corrispondenti organi e apparati. Il medico si accorse che, applicando delle sostanze in corrispondenza di quei punti, avvenivano delle variazioni alla frequenza di ciascun organo. La metodica di Voll fu in seguito perfezionata da Schimmel, il quale nel 1976 mise a punto il vero e proprio Vega test.
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Il Vega test è un esame non invasivo e indolore eseguito per mezzo di un'apparecchiatura elettronica in grado di misurare la risposta dell'organismo a determinate sostanze. L'apparecchio è munito di due elettrodi: uno è tenuto in mano dal paziente mentre l'altro è collegato ad uno strumento che registra l'elettro-resistenza delle cute. Un puntale in argento posto, in genere, su un punto della mano, chiude il circuito. L'apparecchiatura è inoltre dotata di una struttura a nido d'ape dove inserire le fiale contenenti le sostanze da testare in forma omeopatizzata. Un calo di energia in corrispondenza di una certa fiala è indice di un'intolleranza alimentare alla sostanza contenuta, oppure di un malfunzionamento dell'organo esaminato. La cura consiste nella temporanea esclusione dell'alimento in questione per valutare se si ha un miglioramento della sintomatologia.
Il Vega test è ancor oggi un esame piuttosto controverso, la cui validità scientifica non è mai stata riconosciuta dalla medicina ufficiale. Uno studio effettuato nel 2001 da Katelaris e Holgate che metteva a confronto i risultati dei test elettrodermici con quelli dei test cutanei (vedi prick test) ha evidenziato la mancanza di attendibilità del Vega test nella diagnosi delle intolleranze alimentari. I presupposti fisici su cui si fonda generano non poche perplessità tra gli scienziati: concetti di fisica quantistica, elettromagnetismo, frequenza, energia, ecc. mescolati senza un vero nesso logico in un grande calderone. L'intenzione è buona, ma c'è ancora molto da mettere a punto affinché il Vega test diventi una tecnica diagnostica attendibile e accettata dalla comunità scientifica.
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