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Perché il nuoto è importante? Innanzitutto è uno sport, e come tutti gli sport aiuta a mantenere una buona forma fisica, o a ritrovarla in alcuni casi, migliora il tono muscolare, lo rende tonico ed elastico al tempo stesso, aiuta lo sviluppo e la crescita delle ossa soprattutto nei giovanissimi tra i dodici e i diciotto anni, migliora la respirazione e la coordinazione in tutti i movimenti e, come ogni attività, mette a contatto con tante persone, ci si mette a confronto con altre persone sia a livello di prestazione sportiva che umanistica perché anche se è uno sport individuale, ad eccezione di qualche categoria come la pallanuoto o il nuoto sincronizzato, aiuta a sviluppare una personalità, e come in tutti gli sport, alcuni dei momenti e aneddoti più divertenti nascono proprio negli spogliatoi con i propri colleghi; è per tutti questi motivi, che il nuoto è considerato come lo sport completo per eccellenza. Ad oggi poi, sono stati inventati nuovi sport per tutte le età, unendo semplicemente uno sport con un altro come per esempio l’acquagym, che sono esercizi come lo step, gli affondi o semplicemente di tonificazione e rassodamento mirato che tutti conoscono, soprattutto le donne, ma fatti in acqua che, grazie alla forza d’attrito che essa esercita, richiedono l’impiego di più energie e quindi risultano essere più efficaci, tutto accompagnato da canzoni di tendenza molto vivaci come sottofondo; Come già citato in precedenza, oltre alla passione per la quale si inizia a praticare nuoto, è anche la necessità che spinge alcune persone ad avvicinarsi a questo sport che, grazie alla capacità dell’acqua di sostenere il corpo, di farlo galleggiare e facilitare i movimenti, dopo aver subito un intervento entrano in fase di riabilitazione; Per esempio: Se una persona subisce un intervento al ginocchio, è costretta a rimanere un periodo di tempo a riposo e a tenere l’arto immobile, periodo che varia dai quattro ai trenta giorni a seconda dell’intervento subito, e pertanto i muscoli perderanno la loro tonicità che dovrà essere recuperata, poi, dopo un corretto ciclo iniziale di fisioterapie, tra le quali, appunto, quella in acqua, con l’aggiunta di piccoli pesi legati vicino alle caviglie, partendo con pesi da cinquanta grammi e aumentando di volta in volta fino ad arrivare a duecento grammi, in modo da sforzare il muscolo ad esercitare una forza maggiore ma senza sentire dolore grazie proprio all’aiuto dell’acqua. Ma questo è solo uno dei tanti casi in cui l’acqua diventa medicina o terapia; altro caso in cui è diffusa l’uso di questa “terapia alternativa” coinvolge i bambini affetti da sindromi gravi come la sindrome di down oppure affetti da autismo, infatti l’acqua li aiuta a compiere movimenti che normalmente per loro sarebbero impossibili e quindi li aiutano non solo a fare attività fisica ma anche a sentirsi meno diversi dagli altri.
Avete mai notato che gli stili del nuoto più famosi hanno il nome di un animale? E appartenenti principalmente alla categoria degli animali marini? Di solito, quando si parla di nuoto come sport, si pensa innanzitutto alla piscina, quella struttura immensa con una vasca divisa in almeno sei corsie e con una lunghezza di venticinque metri, cinquanta per quelle olimpioniche, trampolini per la partenza, eccetera eccetera, ma se facessimo qualche riflessione capiremmo che il vero nuoto, o quello più naturale, si pratica appunto in mare, in quell’immensa distesa di acqua e sale che da sempre affascina l’uomo, e chi meglio dei suoi abitanti possono insegnarci alcuni segreti per ad affrontare al meglio quest’oceano sconosciuto? Partendo dagli esemplari più semplici da osservare come i comuni pesci rossi che tutti noi, almeno una volta nella vita, per un periodo più o meno breve, li abbiamo riservato un piccolo acquario in casa nostra, possiamo notare con quanta facilità si muovono grazie alle numerose pinne sparse per il corpo, partendo dalle pinne pettorali situate appena dietro la testa; le pinne ventrali a destra e sinistra che hanno lo scopo di funzionare come delle palette che spingono l’acqua all’indietro, dando la spinta per spostarsi, e le possiamo identificarle un po’ come le nostre braccia e le nostre mani; Poi c’è la pinna caudale, posta alla fine dell’essere vivente a mò di coda, che può essere verticale o orizzontale, ed è molto importante in quanto è la pinna che consente, più di tutte, il movimento; Inoltre, alcuni pesci oltre a presentare una pinna sul dorso, chiamata pinna dorsale, presentano anche un’altra piccola pinna costituita da tessuto adiposo, detta appunto pinna adiposa, che serve per far assumere più velocità e capacità di movimento per l’essere stesso. Ma, per i pesci, non solo le pinne sono importanti per garantire loro il movimento, infatti, grande importanza è data anche alla superficie squamosa che essi posseggono: le loro squame lisce rendono il corpo idrodinamico, cioè fanno sì che l’acqua scivoli via senza creare alcuna forza d’attrito. Ma gli esseri umani non possono usare squame o pinne particolari per nuotare e quindi si “limitano a copiare i movimenti”. Parliamo del delfino e del suo stile, detto anche farfalla, che è uno degli stili che fornisce prestazioni più scenografiche e vistose rispetto a tutti gli altri, ma anche il più affaticante in quanto richiede ingente sforzo fisico e una precisa e eccellente contemporaneità anche nella respirazione; esso è riconducibile ad un movimento simile ad un onda, compiuta da testa, torace e gambe in perfetta coordinazione tra loro: si parte dalla testa, che è sempre in anticipo rispetto a tutto al resto del corpo, e finendo con le gambe che creano un movimento simile a quello della coda del delfino. Lo stile rana, prevede un movimento sincronizzato di braccia e gambe; le mani sono utilizzate con i palmi rivolti all’esterno, mentre i piedi si presentano in posizione orizzontale rispetto alla gamba, detta anche “a martello”, per poi posizionarsi verticalmente.
Parliamo adesso di come ci si presenta in piscina. Non è una semplice struttura in cui ci si può andare abbigliati a proprio gusto ma presenta diversi protocolli e regole, oltre a determinati strumenti tecnici. Il costume dev’essere rigorosamente olimpionico, sia per uomini che per donne, deve aderire al corpo come una seconda pelle, deve coprirlo in modo adeguato senza però impedirne i movimenti, questo più che altro per le donne, dovendo indossare il costume intero. Altro elemento molto importante è la cuffia in gomma liscia, usata anche come fattore igienico per evitare la dispersione di capelli in acqua; Poi ci sono gli occhialini in quanto permettono al nuotatore di aprire gli occhi sott’acqua in modo da migliorare l’orientamento nella corsia e proteggendo gli occhi dalle irritazioni che potrebbe causare il cloro usato per purificare l’acqua. Inoltre è molto importante eseguire esercizi di stretching in modo da riscaldare e preparare i muscoli all’imminente attività fisica, e bagnarsi con un getto d’acqua, in modo da preparare il corpo all’impatto con l’acqua di temperatura compresa tra i ventisette e i ventinove gradi centigradi, come previsti dalla norma.
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