ashtanga yoga

Ashtanga yoga

Lo yoga è una disciplina meditativa e ascetica di origine orientale, che mira alla perfetta congiunzione simbiotica tra corpo e mente, tra l’energia personale e quella dell’universale. Praticare lo yoga, significa mirare al raggiungimento di un equilibrio, di una stasi, di un punto di perfezione che mette in relazione il materiale e l’immateriale, il corpo e l’anima, l’essere e l’universo. Lo yoga può essere apostrofato come percorso personale, come filosofia di vita ed etica: lo yoga esplora ogni singola fibra dell’essere, trasale lungo l’essenza più intima, esalta la completezza dello spirito e di una natura ancestrale, profonda, nascosta. E’ l’etica del contatto, della presa di coscienza di se stessi, della ricerca spasmodica dell’equilibrio, della perfezione, della pace interiore. Il flusso energetico che pervade il corpo, attraversa la mente e lo spirito, e crea una congiunzione con l’ecosistema naturale assoluto, in una perfetta congiunzione tra il microcosmo e il macrocosmo. Lo yoga presenta diversi livelli di esercizi, movimenti corporali e pratiche atletiche che favoriscono il raggiungimento dell’equilibrio: la disciplina tende a diramarsi in diverse tecniche, ognuna delle quali, segue un percorso preciso, rispettando delle esigenze, mirando al benessere fisico e mentale. Lo yoga, è una disciplina multi sfaccettata, che si snoda in una serie di principi, regole e tipologie di allenamento a seconda dei limiti, delle possibilità e degli scopi che si intendono realizzare. L’ashtanga è una tipologia di yoga complesso: prevede otto livelli di allenamento per arrivare alla realizzazione del sé, alla consapevolezza del proprio corpo e all’esplorazione della propria mente. L’ashtanga, comprende una serie di tecniche, che codificano insieme lo yoga classico, e altri tipi di percorsi che consentono questo tipo di realizzazione.
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I bioritmi

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ashtanga yoga: Consapevolezza del se

allenamento duro L’ashtanga è una delle forme più antiche di suddetta disciplina, che mira al raggiungimento di una piena consapevolezza di se stessi, mediante il respiro, la postura e lo sguardo. Il termine ashtanga, possiede un significato preciso, “a otto livelli”, ciò significa che sono otto gli stadi da superare per raggiungere il pieno equilibrio interiore. Questo percorso, viene intrapreso per rinascere, per liberarsi, ed approdare sulla soglia di una nuova forma consapevolezza. Nella prima fase, vengono rispettate delle regole che mettono in armonia con il proprio essere e con gli altri. Questa specifica osservanza, rappresenta una sorta di preparazione spirituale e fisica alla disciplina dell’equilibrio, che mira a ristabilire un feeling tra flussi energetici. La prima fase, corrisponde a quella delle privazioni e del controllo: il praticante dovrà stabilire un contatto con gli esseri viventi, con la natura con l’universo; non dovrà offendere, calpestare, perseguitare, ma dovrà trasmettere al circondario vivente un flusso energetico positivo, controllando allo stesso tempo le emozioni, le passioni, evitando desideri di possesso fisico e morale. Questa prima fase di purificazione, è accompagnata da una seconda fase, quella della conservazione: il praticante, dovrà mantenere costante il rapporto con se stesso e con l’universo, conservando purezza, armonia e pace interiore. Il praticante deve sentirsi pieno, pervaso da una totalizzante forza positiva, da una completa sensazione di benessere, di completezza, che gli impediscono di desiderare altro; lo scopo del secondo stadio è arrivare alla pratica della meditazione, della concentrazione, della consapevolezza del se. Il terzo stadio, interessa le posizioni e dunque l’essere materiale in un determinato punto. Le posizioni devono essere morbide, comode, rilassanti: lo scopo dell’ashtanga è quello di realizzare l’equilibrio tra materia e spirito, per cui durante le fasi della meditazione sarà necessario assumere una postura morbida. Il quarto stadio, si concentra sulla respirazione: il praticante ispira ed espira, continuamente, ma in maniera lenta e pausata. E’ lo stesso respiro, lento e controllato, che consente di restare saldamente ancorati al presente, al momento che si sta vivendo, all’armonia, al respiro stesso. Il quinto stadio, viene apostrofato come stadio del ritiro spirituale: la concentrazione di sposta su se stessi, sulla propria parte interiore, per poi tornare all’esterno nel sesto stadio. In questo stadio, la concentrazione si sposta su un oggetto esterno, che diventa l’unico motivo di concentrazione che fa sparire il resto del mondo. Il penultimo stadio, corrisponde a quello della massima concentrazione: è questa una fase preparatoria all’ultimo stadio, l’ottavo, dove si realizza la massima estasi fisica e mentale. L’ashtanga è una frangia dello yoga decisamente impegnativa, che comporta una serie di sforzi mentali e fisici: per realizzare suddetta pratica è necessario partire da una muscolatura elastica e ben allenata. Il respiro è la parte centrale di questo esercizio poiché esso riporta sistematicamente all’esterno e all’interno, verso l’universo e verso noi stessi.

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