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Ben diversa, è la pratica meditativa islamica, che prevede l’invocazione vera e propria del Dio in questione. L’atto del meditare non viene mai effettuato individualmente, ma attraverso l’ausilio di un maestro saggio che conosca i nomi di Dio e le metodologie di preghiera e invocazione. In questo caso, lo scopo, è quello di raggiungere il totale contatto con il divino attraverso una pratica che rasenta la morbosità. E’ infatti questa la pratica meditativa accreditata come la più pericolosa tra tutte, perché viene effettuata in totale comunione con L’Essere Supremo, in una preghiera che diviene assoluta e totalizzante. La figura del maestro, in questo particolare contesto, tende a rendere ancor più “pesante” e ossequioso il genere di meditazione. A differenza delle altre correnti meditative, quella islamica non comporta nessun tipo di benessere personale, proprio perché è completamente rivolta all’assolutizzazione del rapporto con Dio. La pratica meditativa, come sottolineato sopra, ha assunto nel corso del tempo diverse sfumature, fino a orientarsi alla concentrazione esclusiva su se stessi. Nel mondo occidentale infatti, la meditazione viene considerata come un percorso che l’individuo intraprende per allontanare il peso del male e del dolore. Alla fine del cammino di meditazione, la mente trova una perfetta relazione con l’armonia, la pace e la serenità. Fondamentale è in questo caso il rapporto che viene ad istaurarsi con il maestro, guida spirituale e affettiva alla quale l’allievo fa riferimento. Questo tipo di meditazione molto si avvicina al mondo buddista, alle sue tradizioni, alle sue filosofie, alle sue credenze religiose.
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La meditazione è ad oggi, una pratica sempre più in voga, un’esperienza unica e personale. Sempre più persone si affacciano a tale approccio sistemico, spinti da un forte desiderio di benessere e serenità. Il percorso meditativo infatti comporta numerosi risultati tra cui: la diminuzione dell’ansia e dello stress, una maggiore concentrazione, una notevole consapevolezza di se stessi, pace interiore, tranquillità, auto osservazione. Per suddette ragioni, anche la medicina considera utile la pratica meditativa ai fini del benessere. La mente può tutto sul corpo: essa è in grado di controllare sensazioni, emozioni, paure, pensieri. La mente incombe, predominando incontrastata. Se la mente è libera, leggera, in pace, influenzerà positivamente anche il corpo. E’ stato testato che chi effettua regolarmente pratiche meditative, è perfettamente in grado di gestire le proprie emozioni. Ansia, stress e sindrome depressiva vengono allontanate, per raggiungere uno stato di totale catarsi, di benessere di pace con se stessi e con il mondo. La società odierna è la società del caos. L’individuo è continuamente costretto a porsi in una condizione competitiva rispetto all’altro, spinto da una serie di variabili che sono il progresso, la tecnologia, l’arrivismo, il miglioramento, la conquista, che lo allontanano da se stesso, spingendolo ad essere coinvolto in una serie di dinamiche negative che lo centrifugano in un vortice di stress, sofferenze, preoccupazioni, dolori. L’individuo intraprende quotidianamente una lotta, quella della sopravvivenza, quella contro gli altri e se stesso, quella contro un sistema che lo mette continuamente alla prova, quella che lo spinge a non essere presente a se stesso, praticamente mai. Ci si dimentica infatti dell’obbiettivo stesso e di conseguenza dello scopo e della felicità, tanto è complessa e tortuosa la strada per raggiungere questo. La conseguenza più naturale è la mancanza di soddisfazione, la sete di qualcosa che non c’è, il caos. La meditazione si propone di sconfiggere questo circuito, strappando il singolo dal tutto. Lo scopo principale di chi pratica questa disciplina è quello di ritrovare se stessi, di stabilire un contatto con la propria anima e la propria mente. Per questa motivazione, la meditazione, e tutte le discipline come lo yoga o il tantra che abbracciano questo tipo di pratica, sono sempre più diffuse e amate.
Per riuscire ad effettuare una corretta pratica meditativa, è importante farsi guidare da una figura esperta almeno nelle prime fasi del percorso. La postura poi, gioca un ruolo di fondamentale importanza. Come la posizione anche l’ambiente e l’abbigliamento hanno la loro importanza. La meditazione va effettuata in ambienti tranquilli, isolati, silenziosi, preferibilmente chiusi e leggermente bui. La si può praticare anche all’aperto, ma è necessario scegliere luoghi arroccati, incontaminati, dove si possa trovare il contatto con la natura. Prima di iniziare la pratica meditativa è bene indossare vestiti comodi, come tute o pantaloni larghi, per favorire il totale rilassamento del corpo. Bisogna inoltre liberarsi degli oggetti, come bracciali collane orecchini. Il corpo deve essere libero per poter raggiungere il totale rilassamento. La postura è quella del loto o del semiloto. Ci si deve sedere su un cuscino non troppo alto, lasciando le gambe fuori da questo. Queste ultime vanno ad incrociarsi l’una sull’altra mentre le ginocchia vanno a rasentare il pavimento. Le spalle devono stare basse e rilassate, e i gomiti vanno appoggiati sulle ginocchia stesse, mentre le mani sui piedi. La schiena deve restare per tutto il tempo perpendicolare rispetto al pavimento, cosi come il capo. Gli occhi vanno tenuti chiusi che fissano tendenzialmente il naso o il pavimento. La bocca va tenuta invece leggermente aperta, per favorire la respirazione. La mente, deve essere rilassata e concentrata. Bisogna liberarla da tutte le negatività, per cui è importante nella prima fase effettuare una respirazione profonda. E’ proprio sulla respirazione che avviene la prima concentrazione. Bisogna fissare mentalmente il proprio corpo, quindi il naso che inspira ed espira, e il petto che si gonfia e si sgonfia. E’ importante lasciare che i pensieri corrano, senza però attaccarsi tenacemente ad essi: la mente produce delle sensazioni, e queste vanno accettate, senza enfatizzazioni eccessiva o svalutazioni. Ritornare al respiro, sempre e comunque. Fissare un oggetto, nella propria mente, immaginare qualcosa che doni pace, il mare, il cielo stellato, il fruscio leggero del vento, un viso, un colore, qualsiasi cosa produca serenità. Ritornare ancora sul respiro. E’ importante non porre troppe aspettative nei primi precorsi di meditazione. La concentrazione ed il lavoro sul se, seguono un percorso lungo e costante.
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