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Non tutto il colesterolo LDL merita l'appellativo di "cattivo". Esistono, infatti, due classi di LDL: viaggiando nel sangue l'LDL può incontrare radicali liberi od un'eccessiva quantità di zuccheri. Mentre l'LDL espanso è in grado di resistere a tali particelle, esiste un LDL più piccolo che, invece, viene ossidato o incastrato da queste sostanze, si infiltra nella parete endoplasmatica, anche grazie alle proprie dimensioni ridotte, e così provoca l'accumulo dei grassi all'interno del lume dei vasi sanguigni e la potenziale ostruzione degli stessi. Il colesterolo HDL ha la precisa funzione di raccogliere e portare al fegato, tramite il circolo sanguigno, i trigliceridi in eccesso che si accumulano all'esterno delle cellule perché non utilizzati. Il fegato smaltisce e trasforma questi grassi, impiegandoli nella produzione dei sali biliari, che poi verranno utilizzati nella digestione e smaltiti con le feci.
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Il vero indice di rischio cardiovascolare, dunque, non è rappresentato dal valore assoluto del colesterolo totale, ossia della somma di HDL, LDL e trigliceridi, come si credeva in passato, bensì del rapporto tra questa somma e l'HDL. Una sufficiente quantità di HDL, infatti, è in grado di smaltire l'eccessivo accumulo di grassi nelle vene e di contrastare, dunque, la formazione di placche aterosclerotiche. Sembra che l'HDL sia addirittura in grado di smaltire parte di tali accumuli dannosi per la circolazione cardiovascolare. Il rapporto tra colesterolo totale ed HDL non deve superare 5 negli uomini e 4,5 nelle donne, il che vuol dire che l'HDL deve rappresentare almeno il 20%-25% del colesterolo totale. È bene, però, monitorare anche i livelli assoluti del colesterolo nel sangue: quello totale deve essere inferiore ai 200 mg/dl, l'HDL deve sempre essere superiore ai 40 mg/dl, l'LDL non deve superare i 160 mg/dl e la trigliceridemia deve essere compresa tra i 50 ed i 170 mg/dl.
Lo studio VERA del 1993 ha sfatato il mito per cui ci sia un rapporto causale diretto tra consumo di cibi grassi (latte, burro, uova, grassi animali, ecc.) ed ipercolesterolemia. Almeno l'80% dell'LDL, infatti, ha origine endogena, ossia viene prodotto dal fegato. Un'elevata assunzione di grassi e colesterolo, inoltre, in un organismo sano, viene automaticamente contrastata con dei processi che favoriscono la produzione di HDL, il quale ristabilisce l'equilibrio ottimale di colesterolo. A stravolgere il rapporto tra colesterolo totale e HDL è, dunque, l'intero stile di vita: fumo, obesità, dieta ipercalorica, sedentarietà, stress, diabete, ecc. Oltre ad uno stile di vita sano, sembra benefica un'alimentazione ricca di omega 3; naturalmente contenuti in alcuni alimenti, come pesce, semi ed alcuni oli vegetali, questi acidi grassi contrastano l'ossidazione dell'LDL nel sangue causata dai radicali liberi e favoriscono il naturale equilibrio di colesterolo totale e HDL.
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