Senza però alcun tipo di complicazioni si punta solitamente sul parto naturale e vediamo come esso si struttra, cosa accade insomma al bambino e soprattutto al corpo della donna nel momento del parto naturale. Quand'è innanzitutto che si inizia a capire che il momento del parto sta per arrivare? Il segnale arriva dallo stesso organismo della donna, in effetti è importante capire come la data che il ginecologo pronostica non per forza è quella giusta, può insomma capitare che il bambino nasca qualche giorno prima o qualche giorno dopo. Bisogna a tal proposito affidarsi ad alcuni segnali che il corpo invia, solitamente sono dei piccoli dolorini simili a quelli che compaiono durante il ciclo mestruale. Questa fase, detta prodromica, è caratterizzata da questi piccoli dolori, da perdite di muco, ma soprattutto dalla sensazione di peso sulla parte inferiore dell'addome, qui in poche parole il feto sta spingendo una pressione maggiore verso la fine del canale uterino. E' attraverso la perdita del tappo mucoso che in poche parole si apre la zona del collo dell'utero, quella che precedentemente era stata isolata dall'ambiente esterno. In questo caso può anche capitare che questo tappo mucoso porti a delle perdite di sangue piuttosto rosacee, il che indica come l'utero stia iniziando a dilatarsi, pronto insomma per il parto naturale.
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Si entra in questo caso nella fase del travaglio, quando fenomeni meccanici e dinamici preparano l'organismo all'espulsione del feto. Solitamente ci si rende conto che sta arrivando il momento del parto naturale attraverso le contrazioni, ma non sempre bisogna recarsi subito in ospedale. La fase di travaglio inizia quando le contrazioni diventano molto più forti e frequenti e durano di più. Nel periodo precedente può capitare di ritrovarsi con qualche contrazione, ma se durano poco e soprattutto avvengono in maniera sporadica significa che ancora non è arrivato il momento del parto naturale. Durante il travaglio si distinguono in modo particolare tre stadi: una prima fase, detta dilatante, che va dall'inizio del travaglio fino alla dilatazione della cervice; una seconda fase, detta espulsiva, che porta dalla totale dilatazione all'espulsione del feto; terza fase, secondamento, si va dal parto all'espulsione della placenta. Si capisce quindi che è iniziata la fase del travaglio quando le contrazioni si manifestano ad un cinque minuti l'una dall'altra e durano più di quaranta secondi. Chiaramente anche i dolori, simili a quelli del ciclo mestruale, si presentano molto più forti.
Durante le contrazioni praticamente l'utero, attraverso i muscoli superiori, spinge il bambino sempre più verso l'esterno. Si tratta di movimenti che non possono essere controllati dalla donna, sono contrazioni spontanee che però necessitano di una spinta addominale notevole per poter portare a termine il loro lavoro e quindi arrivare all'espulsione del feto. E' nella prima fase del travaglio che queste contrazioni diventano sempre più forti, finché poi non si arriva alla dilatazione totale della cervice, l'utero insomma inizia a preparare insieme alla vagina la fase dell'espulsione. Questo periodo del parto naturale può durare anche molte ore, soprattutto nelle donne che si ritrovano al primo figlio, qui possono passare anche sei ore prima che il bambino nasca. La fase espulsiva dura dai trenta minuti ad un massimo di due ore, qui la donna inizierà a sentire una forte spinta che arriva dal feto, le testa arriva praticamente alla vagina. Qui poi attraverso le spinte della donna, che devono avvenire durante proprio le contrazioni e l'aiuto del ginecologo o dell'ostetrica, il bambino arriverà finalmente alla nascita. Nell'ultima fase invece la placenta sarà espulsa, questo perché l'utero, che ha cambiato forma senza più la presenza del bambino, non riuscirà più a trattenerla. Queste sono le fasi più importanti che avvengono durante il parto naturale.
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