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Il parto in acqua è una tecnica che ha avuto origine negli anni 90'. Inizialmente, le partorienti venivano immerse nell'acqua calda per facilitare il lavoro del neonato. Questa pratica, attualmente, è molto diffusa e viene effettuata in diverse strutture ospedaliere di molti paesi Europei e anche in Italia, prevalentemente nel centro-nord. Il parto in acqua può essere compiuto anche da coloro che sono al primo parto il cui utero non è estremamente dilatato.
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Il parto in acqua prevede l'utilizzo di una vasca idromassaggio con termostato regolarizzabile. Le caratteristiche della vasca devono essere ben precise: essa deve avere dimensioni tali da poter consentire alla partoriente di compiere tutti i movimenti desiderati ( può accovacciarsi, alzarsi, uscire e rientrare liberamente); la vasca deve essere dotata di maniglie mediante le quali la donna può alzarsi e aggrapparsi per sopportare il dolore delle contrazioni.
La donna che decide di partorire in acqua, si sentirà più leggera e si sentirà trasportata dall'acqua stessa. Infatti i movimenti inducono la donna a partorire più facilmente e la dilatazione della zona interessata avviene più rapidamente. Questa tecnica è quasi indolore. La procedura del parto in acqua è particolarmente adatta, quindi, per le donne in sovrappeso, poichè non solo l'acqua svolge un effetto dilatante della cervice, ma la donna avrà più possibilità di muoversi, cosa che non accade sul letto del ginecologo. La paziente che decide di partorire in acqua è meno ansiosa e più serena. Siccome il dolore percepito è relativamente basso, la madre è più concentrata durante la spinta e riesce a respirare meglio. L’umidità dell’ambiente le permette di inspirare profondamente e può essere di particolare aiuto nelle donne asmatiche. Al momento del parto non vi è alcun pericolo per il nascituro. Non ingerirà l'acqua in quanto l'equipe medica procederà con le prime procedure assistenziali, ovvero si occuperà di deporre il neonato su un piano rigido sul quale sarà effettuata l'aspirazione oro-faringea. Nei tessuti molli dell'apparato respiratorio, possono essere contenute piccole quantità di liquido amniotico che possono causare distress respiratorio, sopratutto se il neonato è pretermine. Il neonato inoltre va asciugato con un telino sterile e riscaldato, affinchè non subisca bruschi cali di temperatura. Il tono muscolare, il colorito, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e la reattività agli stimoli sono solo alcuni parametri che vanno valutati. Il neonato presenterà, al momento della nascita, un colore bluastro delle estremità corporee, come dita delle mani e dei piedi, bocca, e orecchie, il che è del tutto fisiologico e non deve destare preoccupazione. La recisione del cordone avviene in sala parto, mediante l'ausilio di due pinze emostatiche, poste a pochi centimetri dall'addome del piccolo. Il braccialetto identificato sarà posto sia alla madre che al neonato, sul quale saranno segnati il peso, il cognome della madre e la data di nascita. Sono molti i casi di scambi di neonati nell'unità di degenza, per cui è necessario fare molta attenzione. Occorre tenere presente anche la gioia della madre, che vedrà per la prima volta il suo bambino tanto immaginato. L'acqua facilita l'espulsione del feto, per cui si sentirà meno dolore e la madre accoglierà diversamente il proprio piccolo.
Durante il parto in acqua, la carica microbica può causare danni al nascituro? Quale meccanismo fisiologico fa si che il neonato non ingerisca acqua durante il parto? Queste sono solo alcune domande che la madre pone all'equipe medica ed infermieristica per salvaguardare la vita e la salute di suo figlio. Abbiamo già detto che la carica microbica può essere controllata mediante dei sistemi di filtrazione molto moderni, simili a quelli che si trovano nelle camere operatorie. Anche in quei casi, le infezioni sono molto temute. Molto spesso ci si preoccupa più delle infezioni anzicchè dell'intervento chirurgico in se per se. Un infezione contratta durante un intervento chirurgico mette in cattiva luce l'ospedale stesso.
Dopo anni di ricerche e di studi, si è giunti alla conclusione che il parto in acqua rappresenta una modalità di nascita sicura per il neonato. Ciò è dovuto ad un riflesso del neonato, il diving reflex, il riflesso dell'immersione. In neonato, in modo del tutto naturale, evita che l'acqua penetri nella trachea e nell'esofago. A contatto con l'acqua della vasca e il liquido amniotico nel grembo della madre, sono costantemente stimolati i recettori cutanei, i quali bloccano la respirazione mediante il naso. Infatti il neonato, almeno inizialmente, respira mediante il naso. Nelle fasi successive, l'alitamento delle pinne nasali delle far sospettare dispnea.
Il diving reflex fa si che il neonato possa trattenere il respiro se posto in acqua per alcuni secondi. Molto importante è anche la presenza del personale qualificato (tra cui l’ostetrica, l’infermiera pediatrica eccetera),i quali saranno pronti ad aiutare la futura mamma durante il momento più importante della sua vita, e la nuova creatura che sta per affacciarsi al mondo, e prestare soccorso in caso di necessità. Quando le contrazioni diventano più fitte e si presentano con una maggiore frequenza, si intuisce che questa lotta tra gioia e dolore sta per giungere al termine e per la mamma è arrivato il momento di spingere forte seguendo, anche, le direttive dell’ostetrica. L'ostetrica cercherà di dare dei tempi al parto e alle spinte che la neomamma dovrà compiere, in modo da evitare ulteriori lacerazioni dell’utero e della vagina e ulteriore dolore. Si è potuto osservare anche che, nel caso del parto in acqua, tra le tante posizioni che la donna può assumere nella vasca, diversamente da come succede per i consueti parti, la posizione semi-eretta della donna facilita la fuoriuscita del bambino. Quindi si può affermare che parto in acqua è un'esperienza più dolce di quello tradizionale e limita le problematiche che sono presenti nel post-parto.
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