SANHOC Semi Pacchetto: Asclepias tuberosa Gay erflies | Pleurite Root | 10 Semi Prezzo: in offerta su Amazon a: 9,15€ |
Sostanzialmente, la tendinite della zampa d'oca viene causata da un sovraccarico di lavoro sui muscoli interessati dal tendine. Pertanto, in genere, si tratta di cause meccaniche; ma in alcune circostanze, può dipendere da un processo infiammatorio della zona contigua. La scarsa elasticità dei muscoli provoca una tensione eccessiva nella struttura ed una frizione tra le parti sottostanti. Le lesioni al menisco possono avere incidenza sull'infiammazione. Nelle persone anziane, invece, l'artrosi svolge un ruolo predominante. Solitamente, infatti, i soggetti più a rischio di tendinite della zampa d'oca sono i sofferenti di artrosi del ginocchio (gonartrosi) o dell'anca (coxoartrosi). Inoltre, gli sportivi, sia amatoriali che professionisti, in particolare i runners ed i sollevatori di pesi di una certa entità, nonché le persone in sovrappeso.
Il sintomo tipico della tendinite della zampa d'oca è il dolore nella faccia interna del ginocchio. Si acutizza durante l'allenamento e lo sforzo fisico, oppure alla palpazione. La dolenzia si può presentare anche durante la notte oppure dopo lunghi periodi di inattività in una posizione errata. I sintomi si riducono a seguito di riposo assoluto. La diagnosi è esclusivamente clinica. Vanno eseguiti esami ecografici per individuare l'edema ed il versamento. In alternativa, in presenza di altre patologie, il medico potrebbe richiedere delle radiografie o delle RMN, per verificare l'incidenza di tali affezioni. Gli esami analizzano il paziente nei diversi piani, dalla stazione eretta a quella supina. Inoltre, si controlla la mobilità fisiologica e la stabilità del ginocchio nelle diverse condizioni.
La tendinite della zampa d'oca non è una malattia particolarmente grave ma non va comunque sottovalutata. Per non aggravare le condizioni generali, va sospesa l'attività sportiva o qualsiasi altra che abbia generato l'infiammazione. Si ricorre successivamente a farmaci antinfiammatori e pomate. I casi più gravi potrebbero richiedere una terapia cortisonica, fisica o addirittura l'intervento chirurgico. E' utile ridurre eventualmente il peso corporeo ed utilizzare calzature adeguate. Inoltre, è opportuno drenare manualmente la zona con un lavoro di pompage articolare. Si può intervenire anche con un trattamento miotensivo ed ischemico del muscolo tensore della fascia laterale. Il trattamento conservativo prevede esercizi propriocettivi, stretching delle catene muscolari interessate, mobilizzazione del ginocchio e tibio-tarsica, rieducazione ad una corretta deambulazione. La patologia, di norma, comincia a regredire dopo 5 giorni, per poi scomparire definitivamente in 3 settimane.
COMMENTI SULL' ARTICOLO